sabato 22 giugno 2013

Recensione "The IvY" su KATHODIK

a cura di Damiano Gerli


Neanche il tempo di riprenderci da quella botta tremenda che era 'Delay Jesus '68', che ritornano i grandi sanniti (sì, ho inventato la traduzione, magari c'ho preso) da Lodi con rabbia, con questo LP di cinque pezzi per le nostre orecchie bisognose.
Dopo la piccola intro di Cassandra, l'lp entra nel vivo con gli otto minuti di Medjugorje dove un "walking" bass impazzito svirgola qui e lì, mentre tastiere e batteria lo sorreggono con gran sapienza, psichedelia razionale e intrigante, proprio come ci hanno abituato i due.
Bottles & Ornaments sembra davvero un outtake delle sessioni che hanno dato vita a 'More' dei Pink Floyd (ve lo ricordate? no? poco male), mentre addirittura con Ocean Raves i nostri sfoderano bravura acustica che davvero non avremmo pensato di riconoscergli... caspiterina!
Si chiude con i venti minuti della title track, divisa in tre movimenti, organo e basso che si inquinano a vicenda in una ragnatela di suoni labirintini e si finisce in una jam quasi progressive che avrebbe fatto invidia agli Iron Butterfly più fumati.
Insomma, son stato qui a cercare di dare ai lettori vaga impressione del fatto che 'The Ivy' è un altro prelibatissimo piatto, offerto da un gruppo che pare proprio azzeccarci sempre. Sbalordisce come un genere di nicchia come l'acid/psych/noise rock strumentale, riesca a essere interpretato con così ampio respiro da sembrare continuamente nuovo e intrigante. Gloria a voi, ragazzi.

http://www.kathodik.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=5380

mercoledì 12 giugno 2013

Recensione "The IvY" su SON OF MARKETING

a cura di Mario Esposito


I The Great Saunites arrivano dall’entroterra lombardo, Lodi per la precisione, e sono un duo strumentale composto da Leonard Kandur Layola (batteria, effetti, chitarre, tastiere) e Atros (basso, tastiere, chitarre e voci). Nello scorso mese di marzo è uscito il loro ultimo lavoro, l’ep The Ivy, composto da cinque tracce che si muovono nei meandri della psichedelia più cupa e rumorosa, in quello che può essere definito un acido e sperimentale viaggio sonoro.
Un po’ dediti al kraut-rock, un po’ all’acid-folk o al noise, che dir si voglia, il suono dei The Great Saunites è un mostro granitico che solo in qualche passaggio (“Ocean raves”, “Bottles & Ornaments”) placa il proprio spirito altrimenti assetato di insistenti spinte percussive (i loop di “Cassandra” e “Medjugorje”) e portato all’estremo nella lunghissima cavalcata della title-track, quasi venti minuti di deliri ossessivo-compulsivi che si spingono verso lidi avanguardisti.
Un album di sicuro lontano dall’easy-listening, complesso e articolato nelle sue molteplici forme, ma dall’incredibile impatto umorale: un piccolo gioiello da non lasciar passare inosservato.


The Great Saunites arrivano
I The Great Saunites arrivano dall’entroterra lombardo, Lodi per la precisione, e sono un duo strumentale composto da Leonard Kandur Layola (batteria, effetti, chitarre, tastiere) e Atros (basso, tastiere, chitarre e voci). Nello scorso mese di marzo è uscito il loro ultimo lavoro, l’ep The Ivy, composto da cinque tracce che si muovono nei meandri della psichedelia più cupa e rumorosa, in quello che può essere definito un acido e sperimentale viaggio sonoro.
Un po’ dediti al kraut-rock, un po’ all’acid-folk o al noise, che dir si voglia, il suono dei The Great Saunites è un mostro granitico che solo in qualche passaggio (“Ocean raves”, “Bottles & Ornaments”) placa il proprio spirito altrimenti assetato di insistenti spinte percussive (i loop di “Cassandra” e “Medjugorje”) e portato all’estremo nella lunghissima cavalcata della title-track, quasi venti minuti di deliri ossessivo-compulsivi che si spingono verso lidi avanguardisti.
Un album di sicuro lontano dall’easy-listening, complesso e articolato nelle sue molteplici forme, ma dall’incredibile impatto umorale: un piccolo gioiello da non lasciar passare inosservato.
- See more at: http://www.sonofmarketing.it/missing-tracks-hot-fetish-divas-sillyboy-the-great-saunites/#sthash.2qjBQu4E.dpuf
I The Great Saunites arrivano dall’entroterra lombardo, Lodi per la precisione, e sono un duo strumentale composto da Leonard Kandur Layola (batteria, effetti, chitarre, tastiere) e Atros (basso, tastiere, chitarre e voci). Nello scorso mese di marzo è uscito il loro ultimo lavoro, l’ep The Ivy, composto da cinque tracce che si muovono nei meandri della psichedelia più cupa e rumorosa, in quello che può essere definito un acido e sperimentale viaggio sonoro.
Un po’ dediti al kraut-rock, un po’ all’acid-folk o al noise, che dir si voglia, il suono dei The Great Saunites è un mostro granitico che solo in qualche passaggio (“Ocean raves”, “Bottles & Ornaments”) placa il proprio spirito altrimenti assetato di insistenti spinte percussive (i loop di “Cassandra” e “Medjugorje”) e portato all’estremo nella lunghissima cavalcata della title-track, quasi venti minuti di deliri ossessivo-compulsivi che si spingono verso lidi avanguardisti.
Un album di sicuro lontano dall’easy-listening, complesso e articolato nelle sue molteplici forme, ma dall’incredibile impatto umorale: un piccolo gioiello da non lasciar passare inosservato.
- See more at: http://www.sonofmarketing.it/missing-tracks-hot-fetish-divas-sillyboy-the-great-saunites/#sthash.2qjBQu4E.dpuf
I The Great Saunites arrivano dall’entroterra lombardo, Lodi per la precisione, e sono un duo strumentale composto da Leonard Kandur Layola (batteria, effetti, chitarre, tastiere) e Atros (basso, tastiere, chitarre e voci). Nello scorso mese di marzo è uscito il loro ultimo lavoro, l’ep The Ivy, composto da cinque tracce che si muovono nei meandri della psichedelia più cupa e rumorosa, in quello che può essere definito un acido e sperimentale viaggio sonoro.
Un po’ dediti al kraut-rock, un po’ all’acid-folk o al noise, che dir si voglia, il suono dei The Great Saunites è un mostro granitico che solo in qualche passaggio (“Ocean raves”, “Bottles & Ornaments”) placa il proprio spirito altrimenti assetato di insistenti spinte percussive (i loop di “Cassandra” e “Medjugorje”) e portato all’estremo nella lunghissima cavalcata della title-track, quasi venti minuti di deliri ossessivo-compulsivi che si spingono verso lidi avanguardisti.
Un album di sicuro lontano dall’easy-listening, complesso e articolato nelle sue molteplici forme, ma dall’incredibile impatto umorale: un piccolo gioiello da non lasciar passare inosservato.
- See more at: http://www.sonofmarketing.it/missing-tracks-hot-fetish-divas-sillyboy-the-great-saunites/#sthash.2qjBQu4E.dpuf

lunedì 10 giugno 2013

"The IvY" recensito su IYEZINE

a cura  di Stefano Cavanna


Quando ogni tanto, nello smazzare il materiale che ci arriva, mi imbatto in un disco che esula dai generi che meglio conosco, il problema maggiore è quello di aver poco da raccontare e soprattutto d’essere sprovvisto di adeguati termini di paragone.
Per fortuna questo lavoro dei The Great Saunites non mi ha lasciato affatto spiazzato benché sia apparentemente lontano dalle forme di doom che costituiscono il mio habitat naturale: The Ivy mostra infatti, tra le proprie caratteristiche, un volto psichedelico che omaggia in maniera competente il sound pinkfloydiano dei primi anni ’70, senza però tralasciare diverse pulsioni derivanti dallo stoner più opprimente, oltre a una sviluppata componente noise.
La breve opener Cassandra è un’assaggio del delirio sonoro costituito dalla successiva Medjugorje, otto minuti in grado di stordire ed affascinare allo stesso tempo, grazie ai suoi ritmi ossessivi e lisergici; Bottles & Ornaments appare invece come una sorta di citazione del trittico “Alan's Psychedelic Breakfast” che chiudeva il geniale (quanto ingiustamente sottostimato rispetto ad altri album più celebrati) “Atom Heart Mother”.
Ocean Raves regala qualche minuto di pace acustica prima che la scena venga occupata dalla lunghissima title –track, nella quale i The Great Saunites danno libero sfogo alla propria creatività amalgamando gli umori psichedelici con un sapiente utilizzo dell’elettronica; questi venti minuti sono emblematici dell’attitudine sperimentale e priva di alcuna linea di demarcazione dei due musicisti lombardi e, nonostante una durata indubbiamente impegnativa, la traccia scorre senza lasciare alcun sentore di noia.
Da segnalare, infine, che questo ep esce sotto l’egida di un pool di etichette (Bloody Sound Fucktory, Hypershape, HysM?, Il Verso del Cinghiale, Lemming, Neon Paralleli, Terracava, Villa Inferno) che si sono mosse per consentire a The Ivy di entrare meritoriamente a far parte della discografia degli ascoltatori dalle vedute più aperte.


http://www.iyezine.com/recensioni/2660-the-great-saunites---the-ivy.htm

domenica 9 giugno 2013

Recensione "The IvY" su BUSCADERO

 

                                                                  di Lino Brunetti