martedì 17 marzo 2020

PGTGS recensito su ONDAROCK

di Michele Saran

Split tra due delle migliori realtà del post-rock italico degli ultimi anni, Palmer Generator e Great Saunites, “PGTGS”. 

“Mandrie” dei Palmer, 20 minuti in due parti improvvisato in presa diretta, attacca con un tema d’anthem eroico ripetuto all’unisono e ben scandito dalla batteria; presto attaccano variazioni e improvvisazioni, una per strumento, insieme trasformando in corsa anche il fervore psichedelico che ne fa da traccia, anche nei momenti di catarsi eterea. Il tema, così, si ritrova maciullato e sfilacciato in orditi dissonanti, impalpabili, meccanici e carnali insieme, fin quando ogni frattura drammatica converge in un commovente frasario spirituale, il loro ultimo suggello stilistico. 

“Zante” dei Saunites, 17 minuti, è una collaborazione con Paolo Cantù che cerca una declinazione del rock modale esotico, una risaia di eventi sonori a tratti Bosch-iana ma più tendente alla sfocatura indistinta (più fonti, dal fiatismo d’avanguardia al chitarrismo twang, radunate attorno allo scalpiccio della batteria). Nella seconda metà il pezzo acquisisce una più definita fisionomia free-jazz mistica alla Sanders: qui invece emergono i limiti d’improvvisatori liberi. 

“Mandrie” è il capolavoro dei Palmer, un maniacale, intenso spettro sonoro con pochi precedenti nostrani, forse proprio solo la loro “Natura” (2018), in grado di risvegliare la gloria dei Rodan, laddove “Zante” s’inserisce nella ricerca estetica a più mani dei Saunites (tra cui “Radicalisme Mècanique” con Novellino) diventando un nuovo apice d’ambizione, pur mancando di reale direzione. Master di “Rico” Gamondi, artwork di Mattia Palmieri. Co-prodotto con Brigadisco e Il Verso Del Cinghiale. Solo vinile e digitale (Michele Saran7/10)

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Recensione su PROGRESSIVAMENTEBLOG

di Luigi Cattaneo

I Palmer Generator e i The Great Saunites si incontrano per la prima volta in occasione di un festival nel 2016, evento che celebra la nascita di un’amicizia e da lì l’idea di uno split album, l’attuale PgTgs, scegliendo come nesso la grecità, intesa genericamente nel suo senso antico. Michele (basso), Mattia (batteria) e Tommaso Palmieri (chitarra) sono padre, figlio e zio che formano i Palmer Generator, qui impegnati nella lunga Mandrie, ottima song divisa in due parti in cui il trio mette insieme psichedelia oscura, post, stoner, l’attitudine degli Slint, le sonorità roventi degli Shellac e il fragore dei Don Caballero, facendo sicuramente venire voglia di riscoprire i tre dischi sinora incisi dalla famiglia musicale.

 Zante è invece il brano dei The Great Saunites (Atros al basso e alle tastiere e Leonard Layola ai tamburi e all’elettronica), decisamente free, mostra uno spirito avanguardistico non sempre lucido ma curioso, a cui ha dato forma anche Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello) al clarinetto e alla chitarra, per un risultato finale insolito e singolare. Il disco, in vinile 180gr, è prodotto da Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale. 

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venerdì 13 marzo 2020

Recensione su RADIOAKTIV


"PGTGS" recensito da Mario Ariano su Radioaktiv ⬇️:

"Pgtgs è un buon biglietto da visita per ampliare il pubblico delle due band, tanto diverse tra loro ma accumunate dalle influenze kraut e psichedeliche.."

https://www.radioaktiv.it/

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venerdì 6 marzo 2020

Recensione PGTGS su VUOTO


di


Sia Palmer Generator (“post-rock e psichedelia a conduzione familiare” mi ha fatto ridere come definizione, ma in effetti è vero) che The Great Saunites sono nomi ben noti all’interno dell’underground del nostro paese. I primi dediti, appunto, ad un post-rock ripetitivo, dalle tinte un po’ stoner; i secondi fedeli ad una religione sonora più rumorosa, che pesca tanto dall’afro e dalla psichedelia quanto dalla nowave e al rumorismo nudo e crudo.

L’incontro tra queste due band prende il nome di PGTGS, ed esce sotto forma di split per Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale: un incontro/scontro di due progetti che partono da una psichedelia comune per diramarsi in direzioni diametralmente opposte, ognuna carica di elementi personali che fanno parte del proprio bagaglio di influenze e sonorità.

Il lato A, affidato ai Palmer, è inizialmente (“Mandrie pt1”) affidata a riff desertici e ripetitivi, pochi elementi – nelle mani dei tre strumenti “classici” – che salgono e si sviluppano in bilico tra atmosfere post e retrogusti stoner. Nella seconda parte (“Mandrie pt2”), anche se i due episodi sono fondamentalmente ben attaccati l’uno all’altro, più che una mandria viene facilmente da pensare ad uno sciame violentissimo di distorte zanzare ed insetti vari: basso e batteria scuotono, mentre la chitarra ronza tutto intorno. Un inizio disturbato che poi sfocia in una liberazione di ambienti post-rock, dove la tensione iniziale tende a risolversi, tra psichedelie anche dreamy, sicuramente più calme.

The Great Saunites, invece, che in Zante si allargano, includendo anche Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea…) armato di clarinetto e chitarra, ti catapultano nel pieno centro di una giungla, umida e scura, fatta di psichedelie – certo – ma non solo. Qui, alla base psichedelica ipnotica, si mischiano lampi nowave e tuoni rumoristici. Si pensa alla Squadra Omega, ai Tetuan ma anche, in certi punti, a certo afro-jazzcore (tipo i Mombu più bassi). Non c’è voce, è completamente strumentale, ma in lontananza si possono sentire voci sussurrate e giganteschi animali preistorici che urlano fiati visionari volando sopra le teste di chi ascolta.

È uno split affascinante ma non facile. Vi consiglio, però, di prendere coraggio ed affrontare questa camminata tra tempeste di sabbia e piogge acide, potrebbe stupirvi piacevolmente. 

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giovedì 5 marzo 2020

Recensione PGTGS su ROCKIT


di Vittorio Comand

Due band gemelle per un album spaccato a metà, con un lato ciascuno. L'unione di forze tra i Palmer Generator e The Great Saunites, assieme sotto l'acronimo PGTGS, dà vita a uno split album dal titolo omonimo. Le due formazioni, dopo essersi conosciute nel 2016, arrivano alla realizzazione di un piccolo mondo psichedelico, in cui ognuno dei due gruppi si dedica a un emisfero secondo le rispettive inclinazioni. Da un lato i Palmer Generator, con la loro suite in due parti Mandrie, dall'altra The Great Saunites e le sacre sponde di Zante.

Procediamo con ordine: Mandrie è un'esplosione inesorabile, una cavalcata elettrica lungo sconfinate praterie post-rock. Un continuo saliscendi emotivo, dalle scalpitate nervose ai momenti di calma, diviso in due sezioni ma concepito in realtà come un unico brano e registrato in presa diretta, dove la separazione non è così netta. L'evocativo titolo rimanda a una sensazione di totale libertà, una corsa animale con accelerazioni e frenate lunga un'infinita distesa senza confini e in cui il basso, come un martello su di un'incudine, si infrange violentemente contro un muro di scalpitanti chitarre.

Dall'altra parte dell'Equatore, The Great Saunites disegnano un paesaggio all'insegna della psichedelia, più sperimentale ed eterogeneo, ma non per questo meno coerente con l'altra faccia del disco. Il rimando geografico nel titolo ci porta in uno scenario mediterraneo, con i sintetizzatori che mimano le onde del mare e la batteria una burrasca che avanza all'orizzonte. Nella seconda metà del brano, le dissonanze del febbricitante clarinetto di Paolo Cantù scombussolano la già intricata trama fin qua costruita, fino alla deflagrazione finale da cui emergono delle bisbiglianti voci femminili. 

Due modi differenti di disegnare paesaggi sonori, ma altrettanto convincenti e capaci di convivere in armonia sotto lo stesso, tempestoso cielo.

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Recensione PGTGS su MUSIC ON TNT



Non ho mai amato gli split album, ma questo è un problema soggettivo, quindi tento di superare quella sensazioni di incompletezza che sono solito provare in questi casi e mi impegno ad imprigionare le sensazioni personali, aiutato di certo da un disco che, in verità, sto ascoltando da giorni, non certo per avallare la mia tesi iniziale, quanto per godere di un sound piacevolmente narrativo.
Protagonisti di questa nuova proposta di Peyote Press sono Palmer Generator e The Great Saunites due ensemble impolverate da un underground più che mai vivo. Le band, già unite da esperienze live, portano le loro libere idee sotto l’egida di Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il verso del cinghiale sotto forma di vinile da 180 grammi, per dare alle stampe due lati di un’unica realtà iconica e creativa.

A dare battesimo a questo PGTGS è Mandrie, suite in due parti in cui le venature post rock dei Palmer Generator disegnano impronte sonore reiterate e cadenzate, delineate da un fil rouge ipnotico e filmico, perfetto nel raccontare in maniera silente le strutture emozionali non troppo discoste da sensazioni tipicamente nordiche. La visività dei cambi direzionali ci porta poi verso le metriche artistiche di Zante, in cui The great Saunites mostrano attitudini più spigolose ed ossessive. Infatti, proprio come già ci hanno abituato in passato, il duo si ritrova a raccontare dinamiche circolari che, grazie alla loro accogliente ridondanza, definiscono una riuscita autostrada verso l’ascolto attentivo. Il sound, senza dimenticare accenni anni ’70, mostra ritorni surreali e tratti melanconici, ben bilanciati a mezzo di intuizioni rock, da cui emergono i tamburi di Leonard Layola, motore esecutivo di tracciati piacevolmente fuorvianti.
Dunque, se come me non amate gli split album…fate un’eccezione perché in questo caso è la giusta direzione da prendere.

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Recensione su MUSIC.IT MAGAZINE


di Mirco Calvano

I Palmer Generator e i The Great Saunites presentano “PGTGS”, il loro split album uscito il 2 marzo.

I primi sono: Michele, Tommaso e Mattia Palmieri; un padre, suo fratello e suo figlio. Rispettivamente a basso chitarra e batteria. I The Great Saunites sono: Atrx al basso e alle tastiere, L. Layola ai tamburi e all’elettronica e, eccezionalmente, Paolo Cantù alla chitarra e al clarinetto.

I Palmer Generator, per “Mandrie (Pt.1)” e “Mandrie (Pt.2), presentano un sound tra il rock e la psichedelia. Sonorità trascinanti e ipnotiche, che avvolgono l’ascoltatore e lo “imprigionano” per tutta la durata (decisamente abbondante) dei due brani che compongono il lato A di questo “PGTGS”.

I The Great Saunites nel loro “Zante” presentano un sound che tra psichedelia e atmosfere ossessive e circolari, tiene banco per quasi 18 minuti. Come in una sorta di rituale martellante, questo pezzo sembra quasi una lunga improvvisazione dal carattere noise.

 Sicuramente c’è molta affinità tra queste due band. Questo split nasce proprio con l’idea di unire queste due realtà sonore in funzione di un percorso sonoro avvolgente e decisamente particolare. “PGTGS”è un disco impegnativo. È un disco che si avvolge su se stesso e sembra incatenare l’ascoltatore in questi 37 minuti di pura espressività.


 Il tutto viene un po’ penalizzato sia dalla lunghezza dei brani che dal loro essere completamente strumentali. Brani come “Mandrie (P.t2)” e “Zante”, i più lunghi del disco, fanno perdere il focus del discorso e possono risultare ridondanti.


Ovviamente stiamo parlando di due generi non semplicissimi ma, in termini di strumentale, sembra che a “PGTGS” manchi un po’ un punto di arrivo. Un momento sonoro o concettuale verso il quale convergere e verso il quale portare un ascoltatore a metà tra l’affascinato e il disorientato. Sicuramente “PGTGS” ha tante sfumature sonore interessanti che riescono a coinvolgere pienamente l’ascoltatore.

Altro punto a favore del disco è questo sound così “opprimente” che sicuramente saprà appassionare gli ascoltatori amanti di un certo tipo di sonorità.Per quanto riguarda il focus del disco, come abbiamo già detto, è forse il tasto dolente dei Palmer Generator e dei The Great Saunites, assieme alla durata forse eccessiva dei brani.

Probabilmente questi ultimi due punti sono una scelta artistica delle due band, il problema è che potrebbero annoiare un certo tipo di ascoltatore e, di conseguenza, allontanarlo dal disco.Scegliere di registrare uno split non è (quasi) mai una scelta commerciale.
È una dimostrazione di rispetto e di stima e la cosa va benissimo così, anche se il risultato non è proprio ottimale. “PGTGS” forse manca un po’ di focus e potrebbe suonare ridondante a tratti, ma ciò non toglie il fatto che ha al suo interno parecchie idee interessanti che meriterebbero di essere approfondite.

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PGTGS recensito da MUSIC MAP



di Matteo Preabianca

Inizialmente, mi sono annoiato molto ad ascoltare questo album, uno split che presenta due diverse band, i Palmer Generator ed i Great Saunites. Per abitudine e correttezza, ascolto tutto sempre tre volte. Stavolta, sentendomi in colpa, l’ho ascoltato quattro volte. Niente da fare. Mi annoiava. Nel 2020, non comprendevo il senso di questa opera.

Non comprendevo perche’ ci fossero persone che pensavano che si potesse comporre, creare e scrivere a prescindere dall’avere qualcosa da dire. Si puo’ anche suonare tra amici, senza pubblicare nulla. Avrebbe piu’ senso e dignita’, pensavo, invece di condividere canzoni che non apportano nulla in piu’ al panorama artistico odierno o non sfidano la nostra mente a porci domande.

Senza ombra di dubbio, i Palmer Generator ed i Great Saunites sono bravi musicisti: e quindi questo, pensavo, dovrebbe giustificare il fatto di una pubblicazione? Personalmente, non credevo. Mi piacevano molto i titoli dei brani, ''Zante'' e ''Mandrie'', poi, quando li ascoltavo, prevedevo ogni passaggio e pure quello successivo: “la chitarra ora fa cosi, la batteria ora fa questo groove, ecc.”.

Pero'...

Pero’ non avevo capito niente. E’ solo alla nona volta che l’opera, per qualche strana ragione, si apre, mi fa respirare. Allora a quel punto, scopro tutte le sfumature, I dettagli su cui non mi ero superficialmente soffermato. Ci sono delle finezze in ogni brano ma io non potevo coglierle, in quanto tali. Quindi, come non detto.

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martedì 3 marzo 2020

RECENSIONE su FOTOGRAFIE ROCK

Il 2 marzo 2020 esce PGTGS, lo split album condiviso da Palmer Generator e The Great Saunites, edito per Bloody Sound Fucktory, Brigadisco Rec., Il Verso del Cinghiale Records; tre etichette indipendenti da sempre attente alle sonorità aspre e psichedeliche della scena post rock tricolore.

La tracklist di questa nuova release è suddivisa in due tracce: Mandrie, a firma degli anconetani Palmer Generator, e Zante dei The Great Saunites, band proveniente da Lodi.

Il lato A si apre con i 17 minuti di Mandrie, l’inedito del trio marchigiano a conduzione familiare dei Palmer Generator (Michele, Mattia e Tommaso Palmieri: rispettivamente padre, figlio e zio a basso, batteria e chitarra, che dal 2010 ad oggi hanno pubblicato tre album), con il quale la triade dei Palmieri mette insieme ritagli heavy rock, space rock e krautrock, cercando di dare continuità a quella pista sonora intrapresa già parecchi anni fa.

I Palmer Generator tracciano solchi motorik più marcati e profondi, rendono omaggio alle strutture geometriche dei Neu, ampliano lo spettro delle proprie frequenze e smussano alcune sfaccettature del passato, pur mantenendone intatto il registro primordiale. Atmosfere dilatate e attitudine post-punk sono le sirene che seducono l’ascoltatore in questo lungo trip sensoriale, rilassante ed inquieto al tempo stesso.

Il lato B si apre, invece, con le sonorità avant-garde di Zante: composizione di 19 minuti dei Great Saunites, duo composto da Marcello Groppi e Angelo Bignamini con base Lodi e in attività già da un decennio. La proposta musicale dei due musicisti, coadiuvati da Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello), qui presente in veste di terzo elemento al clarinetto e alla chitarra, è una session sperimentale dalle forme mutevoli, che raccoglie stili e influenze del passato e li mescola al proprio schema cromatico senza concedere punti di riferimento.

I Great Saunites riescono a combinare ogni elemento con trame cangianti e paesaggi non convenzionali, attraverso un sottofondo di amplificatori distorti, serpentine percussive tribali e ambient che oscillano tra giochi di luce e suoni della natura, facendo propria la lezione dei Tortoise e dei Tangerine Dream.

PGTGS è un lungometraggio sonoro eclettico ed interamente strumentale nel quale si fondono elementi post-punk, post-rock e avant-garde: musica cosmica e rumori pre-industrial, dove psichedelia ed Oriente si incontrano. Nessuna facile catalogazione, bensì tanta immaginazione ed atmosfere visionarie, con un solo comun denominatore: la sperimentazione.

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PGTGS recensito da SUFFER MUSIC MAG

INTERVISTA su RADIO CITTA' APERTA

Ecco il podcast dell'intervista per la trasmissione "Puzzle" , condotta da Gianluca Polverari. Si parla tra le altre cose del nuovo split con i Palmer Generator.

https://www.radiocittaperta.it/ 

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domenica 1 marzo 2020

PGTGS out now!!

PGTGS è il nuovo split tra Palmer Generator e The Great Saunites, disponibile in vinile e digitale. Prodotto da Bloody Sound Fucktory, Il Verso del Cinghiale e Brigadisco.

Tracklist:

- Mandrie (Palmer Generator, lato A)
- Zante     (The Great Saunites, lato B)

Artwork di Mattia Palmieri

STREAMING/DOWNLOAD: https://thegreatsaunites.bandcamp.com/album/pgtgs

BUYhttps://bloodysound.bandcamp.com/album/pgtgs