lunedì 15 giugno 2020

Intervista su KULT UNDERGROUND

di Davide Riccio


Davide

Perché fare uno split, dividersi cioè un intero disco? In cosa vi siete scoperti diversi e complementari?


THE GREAT SAUNITES

L’idea dello split è anzitutto naturale conseguenza del rapporto di amicizia e stima reciproca che si è instaurato fin da quando i nostri percorsi si sono incrociati casualmente. Differenze è ovvio che ve ne siano, cosi come speriamo che ascoltando di primo impatto il disco si possa cogliere comunque una bizzarra continuità tra le tracce, più dirette e concrete quelle dei Palmer, maggiormente astratta la nostra.
 
PALMER GENERATOR

Lo split è partito dal moto umano più basilare che ci sia: l’amicizia. Al di là di affinità musicali (comunque presentissime) e sound, la prima cosa che ci ha avvicinato è stata infatti una affinità prettamente umana che ci ha permesso, anche grazie a ripetuti incontri personali negli anni, di affinarci tra noi nel tempo.
Di differenze ovviamente ce ne sono molte, a partire dalla formazione: la nostra fondamentalmente a tre e la loro a due (anche se qui supportati da Paolo Cantù), crea già di suo una difformità di approccio; loro hanno poi delle venatura più tendenti al Doom in noi assenti come noi ne abbiamo di Post-Rock e di un certo Noise-Rock in loro assenti. In loro è più calzata poi la vena etnica, seppure in noi non assente, ma entrambi ci muoviamo comunque su orizzonti psichedelici e a tratti vagamente Kraut, seppure con tinte differenti.
La complementarietà nasce forse proprio in questo, nell’approcciare la psichedelica su due terreni diversi ma confinanti e che mirano, entrambi, alla dinamica ipnotica e alla fluidità trascinante. Trasportare l’ascoltatore.


Davide

A che punto siete del vostro percorso storico e artistico e come lo avete congelato e consegnato con questi vostri due nuovi lavori?


THE GREAT SAUNITES

The Great Saunites è un progetto che portiamo avanti ormai da tempo e inevitabilmente  siamo stati catalogati in vari filoni musicali. Crediamo che non vi sia nulla di sbagliato nel provare ad inquadrare e spesso giudicare un progetto sulla base di una “scena” di appartenenza, in Italia questo approccio è sempre stato particolarmente seguito da addetti ai lavori e non. Mai come in questo ultimo periodo però’ ci sentiamo slegati da qualsivoglia catalogazione di genere, quantomeno nell’approccio che abbiamo alla scrittura. Con Zante si è voluto immortalare quindi un momento per noi di transizione e crediamo che questo si possa cogliere nei 19 minuti di musica che scorrono  senza una struttura rigida e definita. 
 
PALMER GENERATOR

Per noi è una fase diciamo molto calda. Siamo giunti alla nostra quarta pubblicazione ufficiale in dieci anni di attività. Ci sentiamo sicuramente più maturi come band e l’affinità tra noi negli anni ci ha portato ad una amalgama molto forte che porta alle volte quasi ad una sorta di sinergia creativa. La strada comunque, ci auguriamo, è ancora molta e percepiamo tanti nuovi sentieri da percorrere.
La nostra “Mandrie” in tal senso rappresenta per noi una grande summa del percorso fatto fin qui, ci troviamo dentro molto di Natura e anche di Discipline e, come in ogni creazione su cui ci siamo applicati, anche un qualcosa in più che continua a mutare e assumere nuove sfumature, che si coloreranno di nuove ombreggiature e tinte probabilmente già dal prossimo futuro passo.


Davide

Cosa sono le “mandrie”? Qual è il percorso concettuale e ideale che ha guidato le due lunghe parti del vostro brano?


PALMER GENERATOR

Le “Mandrie” erano i gruppi entro cui venivano suddivisi i giovani a Sparta una volta allontanati dalla famiglia per iniziare il processo di educazione. La dedizione all’educazione, l’importanza del corpo e lo spirito di appartenenza ad un gruppo, nonché il rispetto per la saggezza e per i saggi, con cui gli spartani venivano educati, ci affascina. Senza contare poi l’immagine stessa che l’idea generica di mandria produce: un gruppo compatto e coeso, i cui componenti formano come un solo corpo, pronto a scattare in una corsa selvaggia e libera. Porta alla mente muscoli tesi, polvere, vento e vaste praterie, un desiderio di vivere.


Davide

…Tu non altro che il canto avrai del figlio, / o materna mia terra; a noi prescrisse / il fato illacrimata sepoltura. Perché Zante?


THE GREAT SAUNITES

Il titolo Zante è stato scelto una volta pensato al concetto di grecità come comune denominatore dello split. Anche qui non possiamo dire si possa attribuire univoca  interpretazione a questa scelta, il tema è assolutamente libero. Zante fa riferimento nello specifico all’isola greca, in passato al centro delle battaglie tra Spartani e Ateniesi, si ricollega in un certo modo anche al brano dei Palmer e ci sembrava rimandare ad un’idea di solennità e misticismo con la sua lussureggiante vegetazione, le scogliere e le spiagge incontaminate.


Davide

Come avete intesa la grecità, facendone poi collegamento tra Zante e Mandrie?


THE GREAT SAUNITES

L’idea della grecità è stata proposta dai Palmer come spunto per i titoli e per l’artwork stesso. Come Saunites non abbiamo mai cercato di fare arrivare messaggi specifici nel momento in cui ci approcciavamo alla composizione di nuova musica, abbiamo sempre preferito lasciare spazio alla libera interpretazione. L’idea ci è comunque sembrata affascinante e un giusto compromesso per dare un immaginario alla musica strumentale di entrambi i gruppi 
 
PALMER GENERATOR

Il senso con cui ci siamo posti la grecità come tema è stato molto libero e ci siamo dati ampiezza di interpretazione. La Grecia antica, in particolare a noi Palmer, ha suscitato sempre enorme fascino e ne suscita moltissimo ancora. Già Shapes aveva tematiche “greche” che si ritrovano in parte anche nei successivi due album e siamo convinti torneranno in futuro, in qualche forma. I Saunites si sono dimostrati subito concordi con l’idea che poggiava anche su una quasi primigenia riflessione intorno all’Art-Work che, realizzato da Mattia, è piaciuto moltissimo a tutti fin da subito. 


Davide

La kozmische musik (o kraut rock) continua da cinquant’anni ad avere una significativa influenza su molti musicisti. Probabilmente, trattandosi di gruppi piuttosto diversi che hanno prodotto musica in varie forme, li ha accomunati soprattutto uno sperimentalismo libero che ha anticipato molta musica successiva (new wave, new age ecc.). Cos’è per voi sperimentare oggi, verso cosa?


THE GREAT SAUNITES

Tutta la scena kraut tedesca ha segnato senza dubbio la nostra formazione musicale.
Come hai detto, la peculiarità dei vari musicisti che ne facevano parte fu la totale assenza di freni inibitori, quanto a sperimentalismo e libertà compositiva. Sperimentare adesso non è cosa altrettanto scontata e semplice, la musica è stata assimilata in tutte le sue varie forme e per quello che ci riguarda si tratta piu’ che altro di essere personali, ascoltare, assimilare e approcciarsi alla scrittura senza voler a tutti i costi creare qualcosa di innovativo, la naturalezza e la spontaneità possono fare tanto. Per prendere spunto dal  recente brano “Zante”, la ricerca è stata quella di provare a mischiare le carte; anzitutto  abbiamo inserito un clarinetto, suonato da Paolo Cantù, inoltre il basso è stato sostituito quasi del tutto da una tastiera  improvvisata. Tutto questo, in aggiunta ad un uso dell’elettronica sempre piu’ concreto  e a un set up di batteria ultra minimale, è stato il nostro tentativo di oltrepassare le nostre classiche coordinate sonore.
 
PALMER GENERATOR

Viviamo lo sperimentare più come una sorta di “sperimentarsi”. Mettersi alla prova ogni volta. Il che avviene per noi, spessissimo, in maniera comunque abbastanza naturale. Troviamo molto difficile e alquanto indesiderato forzarci drasticamente entro una direzione, le derive sperimentali (appunto intese come “sperimentarsi”) sono sempre state un nostro sviluppo naturale e lo abbiamo applicato sia in ambito compositivo, che di dinamica live, che in studio di registrazione, dove ci teniamo sempre a realizzare lavori che siano particolari e che rifuggano, almeno in parte, lo “standard sound” di riferimento dei vari generi. Negli anni, a forza di relazionarci, si è sviluppata una nostra lingua comune che è quella che ci permette di tentare di scrivere sempre nuovi racconti, direzione dei quali alle volte è ignota anche a noi stessi e forse risiede proprio qui il nostro modo di “sperimentare”.
Il Krautrock (in particolare nel suo versante Can, Neu!, Ash Ra Temple, Faust, ma anche Between e Popol Vuh ecc.), in questo senso, è da molto una grandissima ispirazione per noi, in quanto movimento che ha fatto della sperimentazione, del non darsi limiti prestabiliti, e a volte della provocazione, la sua bandiera, insieme alla da noi tanta amata psichedelia. Senza contare le sue aperture cosmiche che proiettano dritti attraverso le galassie, prospettiva immaginifica che sentiamo molto presente anche nella nostra musica. 


Davide

Si dice psichedelica una sostanza con spiccati effetti psicoattivi. La musica può avere effetti psicoattivi? In che modo e con quali obiettivi puntate con la vostra musica ad agire sui “processi psichici”, sulla mente, la vostra come l’altrui? 


THE GREAT SAUNITES

Escludendo un discorso di ascolto e composizione sotto effetto di sostanze, che aprirebbe tutti altri scenari di discussione, riteniamo che la musica in sé, qualsiasi tipo di musica, possa avere un effetto psicoattivo. Come detto, non abbiamo mai cercato di comunicare messaggi particolari, o anche caratterizzare il gruppo a livello estetico. Il nostro tentativo è quello di lasciare meno riferimenti possibili e totale spazio all’immaginazione dell’ascoltatore, in un brano di durata medio lunga la ripetizione e le piccole sfumature possono coesistere con cambi repentini di atmosfera, in una sorta di collage sonoro. L’effetto può’ essere tanto straniante quanto rassicurante, sta alla percezione soggettiva.
 
PALMER GENERATOR

La musica può decisamente avere effetti psicoattivi così come può andare ad interagire in maniera molto forte con uno stato già di sé psicoattivo. L’elemento di alterazione della percezione è sicuramente un aspetto presente nella nostra musica e sicuramente non eludibile per carpirla appieno. Anche e in particolar modo la dinamica live, se approcciata in modo da lasciarsi trasportare senza distrazioni, crea sensazioni di alterazione che più volte il pubblico ci ha sottolineato. Ovviamente il tutto richiede, anche su disco, una dinamica di ascolto per immersione e non come sottofondo.
Dal punto di vista nostro poi, osservando la cosa dalla parte dello strumento, il trasporto ipnotico dal quale veniamo catturati quando suoniamo è esso stesso motore fondamentale del nostro approccio, dalla composizione all’esecuzione.  In molti notano infatti una dinamica di “viaggio” di natura metaforica che affrontiamo quando suoniamo su di un palco, che è la stessa verso la quale cerchiamo di richiamare l’ascoltatore e che viviamo anche in sala prove e in fase di composizione.


Davide
Cosa seguirà?
 
THE GREAT SAUNITES

Abbiamo sempre voluto fare un disco metal, di solo basso distorto e batteria e  in realtà lo avevamo pure scritto ma poi ci siamo persi ed è rimasta cosa incompiuta. Parallelamente ci saranno sicuramente  nuove uscite “soliste” di entrambi . Per il resto, chi vivrà vedrà!
 
PALMER GENERATOR
Chi può dirlo? Si vedrà.


Davide
Grazie e à suivre…

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PGTGS recensito su FREAKOUT MAGAZINE

di Vittorio Lanutti

Sono gli Ep e le collaborazioni come queste che mantengono alto il valore dell’indie rock, della voglia di sperimentare, di contaminarsi, di aprirsi ad altri stili e soprattutto di dilettarsi a suonare qualcosa di innovativo. Essere fuori dagli schemi del mainstream e trasmettere qualcosa di reale esprimendo la vera esigenza comunicativa degli artisti. Conosciutisi nel 2016, nell’ambito del Field Fest i marchigiani Palmer Generator e i lombardi The Great Saunites sono divenuti amici e nel tempo hanno maturato l’idea di divedere un disco. Così dal 2017 hanno iniziato a buttare giù delle idee fino alla realizzazione di questo Ep dal titolo “PGTS” composto da tre brani. 

I primi due sono due tracce dello stesso brano, “Mandrie” dei Palmer Generator parte dal loro background post rock-noise regalandoci sonorità nelle quali si inerpicano in circolarità evocative e avvolgenti, con cambi di registro stilistico estremamente intensi e in grado di costruire pattern post-rock dialettici, che, come per il resto della loro produzione, vien voglia di ascoltare ancora e ancora. 

Per la realizzazione del loro brano “Zante” i Saunites si sono fatti affiancare da Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello, SMWM), presente con clarinetto e chitarra, in un brano sospeso tra un flebile free-jazz e momenti liquidi sperimentali tanto delicati quanto profondi e con tratti psichedelici; in altre parole  sperimentazione pura ma non fine a se stessa che induce l’ascoltatore a mettersi in contatto con le sue parti oniriche.



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martedì 26 maggio 2020

PGTGS recensito su SHIVER

di Aaron Giazzon



Palmer Generator e The Great Saunites si incontrano in PGTGS, split album, prodotto da Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale. L’artwork del disco è curato da Mattia Palmieri (1/3 dei PG). Entrambi i progetti sono noti per essere dediti all’improvvisazione, così come a musiche distorte e dilatate. Lo split è equamente diviso per lati (esce in LP): il primo a cura dei PG, che lo riempiono con “Mandrie”, a sua volta divisa in due parti; il secondo è territorio dei TGS, in collaborazione con Paolo Cantù.


Partendo dal lato B, “Zante”, bellezza greca (la grecità è proprio il tema portante del disco), è una suite sublime. Intensa e ricolma di suoni e stimoli, permette ai tre musicisti di esprimersi al meglio. Le percussioni di Leonard Layola ricordano il metodo di Balazs Pandi, batterista ungherese sodale di Merzbow ed altri noiser. Le chitarre lasciano spazio a strumenti a fiato (clarinetto su tutti), effetti e field recordings. Siamo, quindi, ampiamente fuori da territori doom / stoner, già invasi e pervasi dai TGS. In quest’occasione veniamo introdotti in una giungla sonora esotica e calda. Le note avvolgono l’ascoltatore, accarezzano l’anima e riscompaiono tra fronte vibranti di energia musicale. L’esperienza è fin troppo breve, nonostante duri circa venti minuti…

 

Il lato A, invece, è un’infuocata cavalcata hard blues dal giusto tiro e condita di un pizzico psichedelico, di cui i tre Palmer(s) non abusano mai. Si potrebbe dare per scontata la capacità di intendersi così alla grande tra musicisti, ma, sarà il dna comune o la semplice passione, tra i tre si percepisce un’intesa davvero densa. L’uso dei tre strumenti tipici del rock è davvero magistrale e non fa rimpiangere voce o altri mezzi di produzione sonora. Motorpsycho e i live più lanciati di Neil Young mi sembrano accostamenti coerenti per un progetto tanto tosto, quanto essenziale poi nella sua proposta.

Questo split conferma, dunque, entrambi i progetti come due dei più interessanti nel nostro panorama sonoro ed è molto incoraggiante assaporare ottimi pezzi in un format (quello dello split), tante volte bistrattato o poco sviluppato.

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giovedì 30 aprile 2020

Recensione su METAL.IT

di Luigi Cattaneo


I Palmer Generator e i The Great Saunites si incontrano per la prima volta in occasione di un festival nel 2016, evento che celebra la nascita di un’amicizia e da lì l’idea di uno split album, l’attuale "PgTgs", scegliendo come nesso la grecità, intesa genericamente nel suo senso antico. Michele (basso), Mattia (batteria) e Tommaso Palmieri (chitarra) sono padre, figlio e zio che formano i Palmer Generator, qui impegnati nella lunga "Mandrie!, ottima song divisa in due parti in cui il trio mette insieme psichedelia oscura, post, stoner, l’attitudine degli Slint, le sonorità roventi degli Shellac e il fragore dei Don Caballero, facendo sicuramente venire voglia di riscoprire i tre dischi sinora incisi dalla famiglia musicale.
 

"Zante" è invece il brano dei The Great Saunites (Atros al basso e alle tastiere e Leonard Layola ai tamburi e all’elettronica), decisamente free, mostra uno spirito avanguardistico non sempre lucido ma curioso, a cui ha dato forma anche Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello) al clarinetto e alla chitarra, per un risultato finale insolito e singolare.
Il disco, in vinile 180gr, è prodotto da Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale


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Recensione PGTGS su KATHODIK

di Marco Carcasi


Le due band si incontrano nel 2016 nelle Marche in occasione del Field Fest, poi altri live in comune e l'idea di questo split album.
Palmer Generator e The Great Saunites, son due progetti che viaggiano entrambe su binari post, i primi (formati da babbo, figlio e zio), a maggior trazione kraut-core (come se un pezzetto di Germania cosmica cascasse nel bel mezzo di Louisville), dunque, giravolte poderose, arpeggi in circolo e diluizioni astrali.
 

Il duo The Great Saunites, per l'occasione con l'ospite Paolo Cantù a chitarra e clarinetto (Tasaday / Makhno / Uncode Duello / A Short Apnea tanto per dire...), scompone e riassembla materia con ipnotico piglio avant che mescola spiattellamenti metallici free-form jazz, ombrosi afrori esotici, pietre e sabbia tra le corde.
Che dire?
Dire, daje! 


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martedì 17 marzo 2020

PGTGS recensito su ONDAROCK

di Michele Saran

Split tra due delle migliori realtà del post-rock italico degli ultimi anni, Palmer Generator e Great Saunites, “PGTGS”. 

“Mandrie” dei Palmer, 20 minuti in due parti improvvisato in presa diretta, attacca con un tema d’anthem eroico ripetuto all’unisono e ben scandito dalla batteria; presto attaccano variazioni e improvvisazioni, una per strumento, insieme trasformando in corsa anche il fervore psichedelico che ne fa da traccia, anche nei momenti di catarsi eterea. Il tema, così, si ritrova maciullato e sfilacciato in orditi dissonanti, impalpabili, meccanici e carnali insieme, fin quando ogni frattura drammatica converge in un commovente frasario spirituale, il loro ultimo suggello stilistico. 

“Zante” dei Saunites, 17 minuti, è una collaborazione con Paolo Cantù che cerca una declinazione del rock modale esotico, una risaia di eventi sonori a tratti Bosch-iana ma più tendente alla sfocatura indistinta (più fonti, dal fiatismo d’avanguardia al chitarrismo twang, radunate attorno allo scalpiccio della batteria). Nella seconda metà il pezzo acquisisce una più definita fisionomia free-jazz mistica alla Sanders: qui invece emergono i limiti d’improvvisatori liberi. 

“Mandrie” è il capolavoro dei Palmer, un maniacale, intenso spettro sonoro con pochi precedenti nostrani, forse proprio solo la loro “Natura” (2018), in grado di risvegliare la gloria dei Rodan, laddove “Zante” s’inserisce nella ricerca estetica a più mani dei Saunites (tra cui “Radicalisme Mècanique” con Novellino) diventando un nuovo apice d’ambizione, pur mancando di reale direzione. Master di “Rico” Gamondi, artwork di Mattia Palmieri. Co-prodotto con Brigadisco e Il Verso Del Cinghiale. Solo vinile e digitale (Michele Saran7/10)

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Recensione su PROGRESSIVAMENTEBLOG

di Luigi Cattaneo

I Palmer Generator e i The Great Saunites si incontrano per la prima volta in occasione di un festival nel 2016, evento che celebra la nascita di un’amicizia e da lì l’idea di uno split album, l’attuale PgTgs, scegliendo come nesso la grecità, intesa genericamente nel suo senso antico. Michele (basso), Mattia (batteria) e Tommaso Palmieri (chitarra) sono padre, figlio e zio che formano i Palmer Generator, qui impegnati nella lunga Mandrie, ottima song divisa in due parti in cui il trio mette insieme psichedelia oscura, post, stoner, l’attitudine degli Slint, le sonorità roventi degli Shellac e il fragore dei Don Caballero, facendo sicuramente venire voglia di riscoprire i tre dischi sinora incisi dalla famiglia musicale.

 Zante è invece il brano dei The Great Saunites (Atros al basso e alle tastiere e Leonard Layola ai tamburi e all’elettronica), decisamente free, mostra uno spirito avanguardistico non sempre lucido ma curioso, a cui ha dato forma anche Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello) al clarinetto e alla chitarra, per un risultato finale insolito e singolare. Il disco, in vinile 180gr, è prodotto da Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale. 

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venerdì 13 marzo 2020

Recensione su RADIOAKTIV


"PGTGS" recensito da Mario Ariano su Radioaktiv ⬇️:

"Pgtgs è un buon biglietto da visita per ampliare il pubblico delle due band, tanto diverse tra loro ma accumunate dalle influenze kraut e psichedeliche.."

https://www.radioaktiv.it/

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venerdì 6 marzo 2020

Recensione PGTGS su VUOTO


di


Sia Palmer Generator (“post-rock e psichedelia a conduzione familiare” mi ha fatto ridere come definizione, ma in effetti è vero) che The Great Saunites sono nomi ben noti all’interno dell’underground del nostro paese. I primi dediti, appunto, ad un post-rock ripetitivo, dalle tinte un po’ stoner; i secondi fedeli ad una religione sonora più rumorosa, che pesca tanto dall’afro e dalla psichedelia quanto dalla nowave e al rumorismo nudo e crudo.

L’incontro tra queste due band prende il nome di PGTGS, ed esce sotto forma di split per Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale: un incontro/scontro di due progetti che partono da una psichedelia comune per diramarsi in direzioni diametralmente opposte, ognuna carica di elementi personali che fanno parte del proprio bagaglio di influenze e sonorità.

Il lato A, affidato ai Palmer, è inizialmente (“Mandrie pt1”) affidata a riff desertici e ripetitivi, pochi elementi – nelle mani dei tre strumenti “classici” – che salgono e si sviluppano in bilico tra atmosfere post e retrogusti stoner. Nella seconda parte (“Mandrie pt2”), anche se i due episodi sono fondamentalmente ben attaccati l’uno all’altro, più che una mandria viene facilmente da pensare ad uno sciame violentissimo di distorte zanzare ed insetti vari: basso e batteria scuotono, mentre la chitarra ronza tutto intorno. Un inizio disturbato che poi sfocia in una liberazione di ambienti post-rock, dove la tensione iniziale tende a risolversi, tra psichedelie anche dreamy, sicuramente più calme.

The Great Saunites, invece, che in Zante si allargano, includendo anche Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea…) armato di clarinetto e chitarra, ti catapultano nel pieno centro di una giungla, umida e scura, fatta di psichedelie – certo – ma non solo. Qui, alla base psichedelica ipnotica, si mischiano lampi nowave e tuoni rumoristici. Si pensa alla Squadra Omega, ai Tetuan ma anche, in certi punti, a certo afro-jazzcore (tipo i Mombu più bassi). Non c’è voce, è completamente strumentale, ma in lontananza si possono sentire voci sussurrate e giganteschi animali preistorici che urlano fiati visionari volando sopra le teste di chi ascolta.

È uno split affascinante ma non facile. Vi consiglio, però, di prendere coraggio ed affrontare questa camminata tra tempeste di sabbia e piogge acide, potrebbe stupirvi piacevolmente. 

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giovedì 5 marzo 2020

Recensione PGTGS su ROCKIT


di Vittorio Comand

Due band gemelle per un album spaccato a metà, con un lato ciascuno. L'unione di forze tra i Palmer Generator e The Great Saunites, assieme sotto l'acronimo PGTGS, dà vita a uno split album dal titolo omonimo. Le due formazioni, dopo essersi conosciute nel 2016, arrivano alla realizzazione di un piccolo mondo psichedelico, in cui ognuno dei due gruppi si dedica a un emisfero secondo le rispettive inclinazioni. Da un lato i Palmer Generator, con la loro suite in due parti Mandrie, dall'altra The Great Saunites e le sacre sponde di Zante.

Procediamo con ordine: Mandrie è un'esplosione inesorabile, una cavalcata elettrica lungo sconfinate praterie post-rock. Un continuo saliscendi emotivo, dalle scalpitate nervose ai momenti di calma, diviso in due sezioni ma concepito in realtà come un unico brano e registrato in presa diretta, dove la separazione non è così netta. L'evocativo titolo rimanda a una sensazione di totale libertà, una corsa animale con accelerazioni e frenate lunga un'infinita distesa senza confini e in cui il basso, come un martello su di un'incudine, si infrange violentemente contro un muro di scalpitanti chitarre.

Dall'altra parte dell'Equatore, The Great Saunites disegnano un paesaggio all'insegna della psichedelia, più sperimentale ed eterogeneo, ma non per questo meno coerente con l'altra faccia del disco. Il rimando geografico nel titolo ci porta in uno scenario mediterraneo, con i sintetizzatori che mimano le onde del mare e la batteria una burrasca che avanza all'orizzonte. Nella seconda metà del brano, le dissonanze del febbricitante clarinetto di Paolo Cantù scombussolano la già intricata trama fin qua costruita, fino alla deflagrazione finale da cui emergono delle bisbiglianti voci femminili. 

Due modi differenti di disegnare paesaggi sonori, ma altrettanto convincenti e capaci di convivere in armonia sotto lo stesso, tempestoso cielo.

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Recensione PGTGS su MUSIC ON TNT



Non ho mai amato gli split album, ma questo è un problema soggettivo, quindi tento di superare quella sensazioni di incompletezza che sono solito provare in questi casi e mi impegno ad imprigionare le sensazioni personali, aiutato di certo da un disco che, in verità, sto ascoltando da giorni, non certo per avallare la mia tesi iniziale, quanto per godere di un sound piacevolmente narrativo.
Protagonisti di questa nuova proposta di Peyote Press sono Palmer Generator e The Great Saunites due ensemble impolverate da un underground più che mai vivo. Le band, già unite da esperienze live, portano le loro libere idee sotto l’egida di Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il verso del cinghiale sotto forma di vinile da 180 grammi, per dare alle stampe due lati di un’unica realtà iconica e creativa.

A dare battesimo a questo PGTGS è Mandrie, suite in due parti in cui le venature post rock dei Palmer Generator disegnano impronte sonore reiterate e cadenzate, delineate da un fil rouge ipnotico e filmico, perfetto nel raccontare in maniera silente le strutture emozionali non troppo discoste da sensazioni tipicamente nordiche. La visività dei cambi direzionali ci porta poi verso le metriche artistiche di Zante, in cui The great Saunites mostrano attitudini più spigolose ed ossessive. Infatti, proprio come già ci hanno abituato in passato, il duo si ritrova a raccontare dinamiche circolari che, grazie alla loro accogliente ridondanza, definiscono una riuscita autostrada verso l’ascolto attentivo. Il sound, senza dimenticare accenni anni ’70, mostra ritorni surreali e tratti melanconici, ben bilanciati a mezzo di intuizioni rock, da cui emergono i tamburi di Leonard Layola, motore esecutivo di tracciati piacevolmente fuorvianti.
Dunque, se come me non amate gli split album…fate un’eccezione perché in questo caso è la giusta direzione da prendere.

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Recensione su MUSIC.IT MAGAZINE


di Mirco Calvano

I Palmer Generator e i The Great Saunites presentano “PGTGS”, il loro split album uscito il 2 marzo.

I primi sono: Michele, Tommaso e Mattia Palmieri; un padre, suo fratello e suo figlio. Rispettivamente a basso chitarra e batteria. I The Great Saunites sono: Atrx al basso e alle tastiere, L. Layola ai tamburi e all’elettronica e, eccezionalmente, Paolo Cantù alla chitarra e al clarinetto.

I Palmer Generator, per “Mandrie (Pt.1)” e “Mandrie (Pt.2), presentano un sound tra il rock e la psichedelia. Sonorità trascinanti e ipnotiche, che avvolgono l’ascoltatore e lo “imprigionano” per tutta la durata (decisamente abbondante) dei due brani che compongono il lato A di questo “PGTGS”.

I The Great Saunites nel loro “Zante” presentano un sound che tra psichedelia e atmosfere ossessive e circolari, tiene banco per quasi 18 minuti. Come in una sorta di rituale martellante, questo pezzo sembra quasi una lunga improvvisazione dal carattere noise.

 Sicuramente c’è molta affinità tra queste due band. Questo split nasce proprio con l’idea di unire queste due realtà sonore in funzione di un percorso sonoro avvolgente e decisamente particolare. “PGTGS”è un disco impegnativo. È un disco che si avvolge su se stesso e sembra incatenare l’ascoltatore in questi 37 minuti di pura espressività.


 Il tutto viene un po’ penalizzato sia dalla lunghezza dei brani che dal loro essere completamente strumentali. Brani come “Mandrie (P.t2)” e “Zante”, i più lunghi del disco, fanno perdere il focus del discorso e possono risultare ridondanti.


Ovviamente stiamo parlando di due generi non semplicissimi ma, in termini di strumentale, sembra che a “PGTGS” manchi un po’ un punto di arrivo. Un momento sonoro o concettuale verso il quale convergere e verso il quale portare un ascoltatore a metà tra l’affascinato e il disorientato. Sicuramente “PGTGS” ha tante sfumature sonore interessanti che riescono a coinvolgere pienamente l’ascoltatore.

Altro punto a favore del disco è questo sound così “opprimente” che sicuramente saprà appassionare gli ascoltatori amanti di un certo tipo di sonorità.Per quanto riguarda il focus del disco, come abbiamo già detto, è forse il tasto dolente dei Palmer Generator e dei The Great Saunites, assieme alla durata forse eccessiva dei brani.

Probabilmente questi ultimi due punti sono una scelta artistica delle due band, il problema è che potrebbero annoiare un certo tipo di ascoltatore e, di conseguenza, allontanarlo dal disco.Scegliere di registrare uno split non è (quasi) mai una scelta commerciale.
È una dimostrazione di rispetto e di stima e la cosa va benissimo così, anche se il risultato non è proprio ottimale. “PGTGS” forse manca un po’ di focus e potrebbe suonare ridondante a tratti, ma ciò non toglie il fatto che ha al suo interno parecchie idee interessanti che meriterebbero di essere approfondite.

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PGTGS recensito da MUSIC MAP



di Matteo Preabianca

Inizialmente, mi sono annoiato molto ad ascoltare questo album, uno split che presenta due diverse band, i Palmer Generator ed i Great Saunites. Per abitudine e correttezza, ascolto tutto sempre tre volte. Stavolta, sentendomi in colpa, l’ho ascoltato quattro volte. Niente da fare. Mi annoiava. Nel 2020, non comprendevo il senso di questa opera.

Non comprendevo perche’ ci fossero persone che pensavano che si potesse comporre, creare e scrivere a prescindere dall’avere qualcosa da dire. Si puo’ anche suonare tra amici, senza pubblicare nulla. Avrebbe piu’ senso e dignita’, pensavo, invece di condividere canzoni che non apportano nulla in piu’ al panorama artistico odierno o non sfidano la nostra mente a porci domande.

Senza ombra di dubbio, i Palmer Generator ed i Great Saunites sono bravi musicisti: e quindi questo, pensavo, dovrebbe giustificare il fatto di una pubblicazione? Personalmente, non credevo. Mi piacevano molto i titoli dei brani, ''Zante'' e ''Mandrie'', poi, quando li ascoltavo, prevedevo ogni passaggio e pure quello successivo: “la chitarra ora fa cosi, la batteria ora fa questo groove, ecc.”.

Pero'...

Pero’ non avevo capito niente. E’ solo alla nona volta che l’opera, per qualche strana ragione, si apre, mi fa respirare. Allora a quel punto, scopro tutte le sfumature, I dettagli su cui non mi ero superficialmente soffermato. Ci sono delle finezze in ogni brano ma io non potevo coglierle, in quanto tali. Quindi, come non detto.

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martedì 3 marzo 2020

RECENSIONE su FOTOGRAFIE ROCK

Il 2 marzo 2020 esce PGTGS, lo split album condiviso da Palmer Generator e The Great Saunites, edito per Bloody Sound Fucktory, Brigadisco Rec., Il Verso del Cinghiale Records; tre etichette indipendenti da sempre attente alle sonorità aspre e psichedeliche della scena post rock tricolore.

La tracklist di questa nuova release è suddivisa in due tracce: Mandrie, a firma degli anconetani Palmer Generator, e Zante dei The Great Saunites, band proveniente da Lodi.

Il lato A si apre con i 17 minuti di Mandrie, l’inedito del trio marchigiano a conduzione familiare dei Palmer Generator (Michele, Mattia e Tommaso Palmieri: rispettivamente padre, figlio e zio a basso, batteria e chitarra, che dal 2010 ad oggi hanno pubblicato tre album), con il quale la triade dei Palmieri mette insieme ritagli heavy rock, space rock e krautrock, cercando di dare continuità a quella pista sonora intrapresa già parecchi anni fa.

I Palmer Generator tracciano solchi motorik più marcati e profondi, rendono omaggio alle strutture geometriche dei Neu, ampliano lo spettro delle proprie frequenze e smussano alcune sfaccettature del passato, pur mantenendone intatto il registro primordiale. Atmosfere dilatate e attitudine post-punk sono le sirene che seducono l’ascoltatore in questo lungo trip sensoriale, rilassante ed inquieto al tempo stesso.

Il lato B si apre, invece, con le sonorità avant-garde di Zante: composizione di 19 minuti dei Great Saunites, duo composto da Marcello Groppi e Angelo Bignamini con base Lodi e in attività già da un decennio. La proposta musicale dei due musicisti, coadiuvati da Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello), qui presente in veste di terzo elemento al clarinetto e alla chitarra, è una session sperimentale dalle forme mutevoli, che raccoglie stili e influenze del passato e li mescola al proprio schema cromatico senza concedere punti di riferimento.

I Great Saunites riescono a combinare ogni elemento con trame cangianti e paesaggi non convenzionali, attraverso un sottofondo di amplificatori distorti, serpentine percussive tribali e ambient che oscillano tra giochi di luce e suoni della natura, facendo propria la lezione dei Tortoise e dei Tangerine Dream.

PGTGS è un lungometraggio sonoro eclettico ed interamente strumentale nel quale si fondono elementi post-punk, post-rock e avant-garde: musica cosmica e rumori pre-industrial, dove psichedelia ed Oriente si incontrano. Nessuna facile catalogazione, bensì tanta immaginazione ed atmosfere visionarie, con un solo comun denominatore: la sperimentazione.

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PGTGS recensito da SUFFER MUSIC MAG

INTERVISTA su RADIO CITTA' APERTA

Ecco il podcast dell'intervista per la trasmissione "Puzzle" , condotta da Gianluca Polverari. Si parla tra le altre cose del nuovo split con i Palmer Generator.

https://www.radiocittaperta.it/ 

ascolta qui 

domenica 1 marzo 2020

PGTGS out now!!

PGTGS è il nuovo split tra Palmer Generator e The Great Saunites, disponibile in vinile e digitale. Prodotto da Bloody Sound Fucktory, Il Verso del Cinghiale e Brigadisco.

Tracklist:

- Mandrie (Palmer Generator, lato A)
- Zante     (The Great Saunites, lato B)

Artwork di Mattia Palmieri

STREAMING/DOWNLOAD: https://thegreatsaunites.bandcamp.com/album/pgtgs

BUYhttps://bloodysound.bandcamp.com/album/pgtgs

 

martedì 25 febbraio 2020

ATTENZIONE!!

A causa delle note vicende e relative ordinanze per il famoso virus, THE GREAT SAUNITES non potrà partecipare agli eventi del prossimo weekend nelle Marche ( 28 Fano e 29 Jesi). I concerti si terranno comunque, ci saranno ovviamente i Palmer Generator insieme a degli ottimi sostituti (rispettivamente Ludmilla Spleen e Fuzzo Raimi). Di seguito i link agli eventi.
A presto!
tgs

28 febbraio
https://www.facebook.com/events/622409571944116/

venerdì 21 febbraio 2020

PGTGS in streaming esclusivo su THE NEW NOISE

di Michele Giorgi 



Basta fare una semplice ricerca su questo sito per scoprire come Palmer Generator e The Great Saunites siano due presenze costanti da sempre, oltre ad essere stati spesso entrambi protagonisti di anteprime e streaming. Per questo, la nascita di un’amicizia tra le due band in occasione dell’edizione 2016 del Field Fest (un evento di cui siamo stati media-partner) e la conseguente decisione di celebrarla con uno split in uscita per tre label da sempre nel nostro radar non poteva che culminare in quest’anteprima offerta da noi. Del resto, una delle nostre piccole manie è proprio quella di cercare puntini da unire in un immaginario diagramma di realtà tra loro apparentemente distanti eppure unite da un comune sentire e da un comune approccio alla passione musicale libera e senza pregiudiziali di sorta.
Le due composizioni presenti, “Mandrie” a firma Palmer Generator e “Zante” dei The Great Saunites, si dividono i due lati di un vinile che in realtà sembra nato per essere fruito senza soluzione di continuità seppure i due brani sembrino connotati da personalità ben distinte e da differenti linguaggi. Eppure, proprio qui sta il bello, le molte differenze non impediscono di godere di PGTGS come si trattasse di un unico flusso in cui si alternano gli stili ma non l’intima sostanza della musica da esso veicolata. Il suono dei Palmer Generator (ovverosia la famiglia Palmieri) si incastra esattamente a metà strada tra post-rock e psichedelia con un andamento ipnotico che punta a trasportare l’ascoltatore in un vortice spaziale dai sottili rimandi kraut. “Mandrie” è suddiviso in due parti che si uniscono a formare una lunga suite in grado di toccare l’intero spettro espressivo del trio e di evidenziarne la notevole coesione interna, merito non solo dell’affinità personale ma anche dei moltissimi live tenuti nel corso dei dieci anni di attività. I compagni di split (e come già sottolineato amici) vengono da Lodi, dove si sono formati nel 2008, sono Atros (bassi, tastiere) e Leonard Layola (tamburi, elettronica) qui raggiunti da Paolo Cantù, altra nostra vecchia conoscenza, alla chitarra e clarinetto per un brano dal taglio più sperimentale in cui la reiterazione e la circolarità donano un mood peculiare eppure altrettanto affine all’idea di psichedelia e di astrazione dal reale. Il tutto è però reso in chiave minimalista e con un finale a sorpresa lasciato ad un riff di matrice drone-doom in grado di riportare il percorso su coordinate più corpose per chiudere il cerchio ideale dello split. Questa comune pulsione, sebbene differente nella declinazione e nell’approccio, costituisce il fil rouge del disco e ci permette, come già sottolineato, di goderne in modo continuo senza quell’effetto di rottura tipico dei lavori in cui ciascuno opera in completa autonomia, riprova del fatto che lo spunto comune e il continuo confronto durante la creazione di PGTGS ha portato una qualche forma di sintonia, pur senza stravolgere le distinte personalità delle due realtà coinvolte. Il risultato finale non mancherà di colpire gli ascoltatori più curiosi e inclini al mettersi in gioco nell’esplorare diverse angolazioni di un background meno distante di quanto si potrebbe pensare. Buon ascolto.

lunedì 17 febbraio 2020

PG vs TGS: VIDEO TEASER

Mini cortometraggio in tre episodi a cura di Matteo Frezza (Director), Riccardo Saraceni (Dop), Maria Vittoria Misuraca (Prod Assistant)

Ep.1:  https://youtu.be/FBxlbrxa9_Y

Ep.2:  https://youtu.be/WCUk79R-sJg

Ep.3:  https://youtu.be/tPjmhPw53_c

PGTGS recensito da UBERALIENDISORDER

The Great Saunites e i Palmer Generator si incontrano per la prima volta nelle Marche, nell’estate del 2016, durante il Field Fest evento organizzato annualmente dal Collettivo Sonar. Tra loro nasce subito una forte intesa personale e  musicale che li porterà ad esibirsi spesso in diversi live. 
La loro affinità si concretizza nell’Aprile 2019, quando registrano PgTgs, un disco che raccoglie la piena libertà espressiva di entrambe i gruppi in due composizioni: la prima è Mandrie a cura dei Palmer Generator, la seconda è Zante, firmata dal duo di Lodi. Le radici psichedeliche del disco si intuiscono fin dai primi minuti. Mandrie nutre e restituisce all’ascolto una zavorra di suoni dall’attitudine post rock. Trascinati dalla piena, emergono echi e richiami provenienti da molto lontano, annunciati da urla di chitarre affilate, mentre la batteria scandisce un tempo esterno alla storia e il basso sottolinea l’urgenza dell’interiorità. 
Zante esordisce con un canto sommesso di sirene, tra lo sfavillare di sintetizzatori e la scia di voci sospiranti. Il free-form di questo lungo brano contribuisce alla creazione di atmosfere eteree, attraversate dalla melodia del clarinetto di Paolo Cantù, ospite prezioso di questo progetto.  Travolti, si resta in viaggio verso il passato, antica pelle sonora. 

sabato 15 febbraio 2020

Recensione su THEPITOFTHEDAMNED

Un anno e mezzo fa mi ero preso la briga di recensire 'Natura' dei Palmer Generator. Oggi ritrovo i nostri in compagnia dei lombardi The Great Saunites, per uno split album di un certo interesse in ambito psych acid rock strumentale. La family band marchigiana apre con un paio di tracce da proporci, "Mandrie" pt 1 e 2. La prima delle due mostra la rinnovata attitudine post-rock della famiglia Palmieri con un sound che strizza l'occhiolino agli americani *Shels. La song ammalia per le sue venature psichedeliche mentre la sua seconda parte stordisce per quell'incipit noise rock sporcato però da ulteriori influenze che chiamano in causa i Pink Floyd, in quel basso pulsante posto in primo piano e quelle ridondanze lisergiche che non fanno altro che ammorbarci ed infine ipnotizzarci. La song scivola via eterea, liquida, quasi dronica in un finale dai lunghi svolazzi siderali e caratterizzata da un impianto musicale che non fa che confermare quanto di buon avevo avuto apprezzato in occasione di 'Natura'. È il momento dei The Great Saunites e della lunghissima "Zante", quasi 18 minuti di psych kraut rock di stampo teutonico. Il comun denominatore con i Palmer Generator risiede sicuramente in quella ossessiva circolarità dei suoni, visto che la pseudo melodia creata da quelli che sembrano strumenti della tradizione indiana, continua a ripetersi allo sfinimento tra un tambureggiare etnico-tribale, suoni elettronici assai rarefatti e sussurri appena percettibili, che ci accompagneranno da qui fino alla conclusione della song. Prima, quella che credo sia una chitarra, prova ad insinuarsi all'interno di questo avanguardistico ammasso globulare sonico generando un effetto a dir poco straniante. Ci prova poi il clarinetto di Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea) a innescare atmosfere tremebonde ed orrorifiche che fanno salire la tensione a mille, accelerando il battito cardiaco, e rendendo, ma non solo per questo, la proposta del duo lodigiano davvero interessante. Sebbene la musica non sia certo di facile presa, lo split album di Palmer Generator e The Great Saunites non fa che mostrare le eccelse qualità di una scena italiana in costante ascesa e di un rinnovato desiderio di competere con i mostri sacri internazionali. Ben fatto ragazzi. (Francesco Scarci) 

Thepitofthedamned

Recensione PGTS su INDIEPERCUI

Split composito di natura ultra fina in grado di attraversare generazioni di musica incorporata a dovere e lasciata a sedimentare per i giorni a venire. Split di profonde visioni quadridimensionali concepite ad arte per cavalcare fasti di un tempo che non c’è più per sudare contingenti, trovare nuovi spazi, guadagnare territori. Tornano i Palmer Generator assieme ai The great saunites con un album trasversale. Due lunghe canzoni, un lato A e un lato B ad intercettare malesseri e umori ad intercettare un flusso rock di coscienza capace di diventare presagio, costrutto, ammirazione. PGTGS è un album sfrontato e pieno, pregno di esistenze in bilico a ricreare arte che diventa magia. Possibili mondi futuri, possibili richiami al passato che ci portiamo dentro ascolto su ascolto.

Indiepercui

mercoledì 5 febbraio 2020

PGTGS : new Split album out 02/03/2020


PGTGS è il nuovo split tra The Great Saunites e Palmer Generator. In uscita il 2 Marzo in formato vinile 180gr per Bloody Sound Fucktory, Il Verso del Cinghiale Records, Brigadisco Rec. Artwork di Mattia Palmieri.