I The Great Saunites suonano stoner, semplicemente con il basso e la batteria. E' straordinario come abbiano deciso di suonare questo genere senza l'ausilio di una chitarra. Fa strano? Fate di questa stranezza una bellezza esotica, particolare e rilassante, racchiusa in uno scrigno che altro non è che il loro omonimo full-lenght.
L'inizio è già storico. Un approccio desertico, stoner accecante che sbiadisce l'oasi del rock ad un puro miraggio. La deviazione da prisma ottico inizia a distorcere la nostra visione. Come avete potuto capire, l'ascolto di "Bythia" è puramente atmosferico, un risalire di arpeggi, voce, lievi tocchi di tom e distorsioni che nel finale vorticano psichedelicamente nelle sabbie mobili. Magnificamente originale questo si lascia ascoltare con una facilità straordinaria, una leggerezza che gli amanti dello stoner ameranno con immediatezza, "Isaiah" presenta nuovi passaggi math-rock abbinati ad accostamenti doom che fanno del tutto a meno della loro origine sabbathiana. Questo il duo The Great Saunites lo lascia ben capire, avvicinandosi più a lidi californiani come Slo Burn, Fu Manchu, Unida, tutte band aventi come genitore l'imponente monicker dei Kyuss.
Altra virata tribal/psych con "Santiago", pure sperimentazioni che fanno venire voglia di sciogliersi al sole mentre l'aria bolle, per poi gettarsi in un mare fresco come la soluzione del bridge trovata dall'eclettico quanto talentuoso duo.
Insomma tre tracce ma nemmeno mezz'ora di psichedelia stoner, l'artwork della copertina è eccezionalmente allucinogeno con il semplice uso del bianco e del nero, due occhi spalancati come in preda ad una visione ed un terzo che mette a fuoco la verità trascendente. Il trip è breve ma assicurato, lasciatevi sedurre da questa alternativa e originale forma musicale.
Autore : Advent
http://aristocraziawebzine.blogspot.com/2010/06/great-saunites-tgs.html
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