a cura di Alberto Agostini
Questa settimana spazio a un album duro e  crudo, uscito il 1° marzo scorso. Ecco a voi un disco doppio per  l’etichetta “Il Verso del Cinghiale”: da una parte I Canide, con cinque  brani, e dall’altra i The Great Saunites, che avete già letto su queste  colonne tempo fa, con quattro brani. Un concentrato diremmo “doppio” di  energia rock. Master e mixaggio sempre di altissimi livelli per  un’etichetta piccola ma che sicuramente ci mette sempre il cuore. Uno  split album che merita l’attenzione degli appassionati del genere.
Il lato oscuro della forza in questo  split si manifesta in due forme essenziali. Da una parte, lato A, i  Canide picchiano forte su tutti i pezzi, in particolare su I get the war e I rape you.  Impressionanti le schitarrate del caso (con un certo gusto,  apprezzabile, per il solo) e la voce che spinge forte nelle cuffie.  Nessun riposo e nessuno spazio in mezzo alle parole che disegnano lampi  nel cielo scuro di rabbia. Dall’altro lato i The Great Saunites  descrivono atmosfere più cupe e profonde, in particolare in Santa Eretna, che si rarefanno nella desolazione di Untitled with Gain.
Il fatto poi che non usino le parole  neanche questa volta rende il tutto più intimo e profondo. Qualcosa che  non riesce a esprimersi come linguaggio propriamente detto, si aggira  nelle casse e lì rimane. A noi il compito di carpirlo e rapirlo per uso  strettamente personale. Nel complesso, si incontrano e direi si  scontrano, da parte a parte del cd, due gruppi interessanti per le loro  peculiarità e la bravura nel maneggiare una musica di non ampissimo  consumo al tempo d’oggi. E questo può essere proprio il loro grande  limite.
Se nei Canide non ravvisiamo alcuna  particolare novità o innovazione, nei The Great Saunites si coglie ora  la necessità di un testo. Il tutto non per il nostro particolare  piacere, di certo accarezzato o graffiato (a seconda del personale  gusto), quanto per la loro diffusione al pubblico. Sei poi di nicchia si  vuol restare, avanti, prego, nel mio lettore un posto è riservato. Ma  questa sarebbe altra storia.

 
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