domenica 30 luglio 2023

Angelo Bignamini - "Abbuio" // ltd cassette available via NAUSEA rec

"Abbuio" is a term that refers to the Italian translation of the English word "Blackout" according to the proposal of the Italian linguist Arrigo Castellani. This new work marks Bignamini's return to the solo acoustic guitar.

Moving away from the more classic fingerpicking style, he offers five soft "ballads" (3 improvisations and 2 compositions) inspired by sleepless nights.







ATRX - A Glimpse of Melody OUT on PARAVISION

A Glimpse of Melody is a collection of fourteen cut short pieces by ATRX aka Marcello Groppi, Milano based composer and experimentalist. The series incorporates found sounds, improvised music and various samples to create a mysterious soundtrack, 14 imaginary visions of wastelands not yet uninhabited but still roamed by shaded melodies and spurring noises.


ATRX : bass, guitar, keyboards, field recordings, walkman, drums, objects.

The project was composed, performed and recorded by ATRX during year 2021.

Most of the tracks were bounced in mono format and we finally decided to keep them as they were born, straight out of the Jam Man pedal, unmastered.

cover artwork by Rita Görözdi


mercoledì 6 gennaio 2021

TGS BUNDLE available via Hypershape Records

 

NEW TGS SPECIAL BUNDLE available via  Hypershape Records:
Includes all HPS releases by TGS on special price.
- Delay Jesus '68 (2011, CO-HPS004)
- Nero (2016, CO-HPS006)
- Green (2016, CO-HPS007)
- Brown (2018, CO-HPS008)
 
 
 
 

lunedì 15 giugno 2020

Intervista su KULT UNDERGROUND

di Davide Riccio


Davide

Perché fare uno split, dividersi cioè un intero disco? In cosa vi siete scoperti diversi e complementari?


THE GREAT SAUNITES

L’idea dello split è anzitutto naturale conseguenza del rapporto di amicizia e stima reciproca che si è instaurato fin da quando i nostri percorsi si sono incrociati casualmente. Differenze è ovvio che ve ne siano, cosi come speriamo che ascoltando di primo impatto il disco si possa cogliere comunque una bizzarra continuità tra le tracce, più dirette e concrete quelle dei Palmer, maggiormente astratta la nostra.
 
PALMER GENERATOR

Lo split è partito dal moto umano più basilare che ci sia: l’amicizia. Al di là di affinità musicali (comunque presentissime) e sound, la prima cosa che ci ha avvicinato è stata infatti una affinità prettamente umana che ci ha permesso, anche grazie a ripetuti incontri personali negli anni, di affinarci tra noi nel tempo.
Di differenze ovviamente ce ne sono molte, a partire dalla formazione: la nostra fondamentalmente a tre e la loro a due (anche se qui supportati da Paolo Cantù), crea già di suo una difformità di approccio; loro hanno poi delle venatura più tendenti al Doom in noi assenti come noi ne abbiamo di Post-Rock e di un certo Noise-Rock in loro assenti. In loro è più calzata poi la vena etnica, seppure in noi non assente, ma entrambi ci muoviamo comunque su orizzonti psichedelici e a tratti vagamente Kraut, seppure con tinte differenti.
La complementarietà nasce forse proprio in questo, nell’approcciare la psichedelica su due terreni diversi ma confinanti e che mirano, entrambi, alla dinamica ipnotica e alla fluidità trascinante. Trasportare l’ascoltatore.


Davide

A che punto siete del vostro percorso storico e artistico e come lo avete congelato e consegnato con questi vostri due nuovi lavori?


THE GREAT SAUNITES

The Great Saunites è un progetto che portiamo avanti ormai da tempo e inevitabilmente  siamo stati catalogati in vari filoni musicali. Crediamo che non vi sia nulla di sbagliato nel provare ad inquadrare e spesso giudicare un progetto sulla base di una “scena” di appartenenza, in Italia questo approccio è sempre stato particolarmente seguito da addetti ai lavori e non. Mai come in questo ultimo periodo però’ ci sentiamo slegati da qualsivoglia catalogazione di genere, quantomeno nell’approccio che abbiamo alla scrittura. Con Zante si è voluto immortalare quindi un momento per noi di transizione e crediamo che questo si possa cogliere nei 19 minuti di musica che scorrono  senza una struttura rigida e definita. 
 
PALMER GENERATOR

Per noi è una fase diciamo molto calda. Siamo giunti alla nostra quarta pubblicazione ufficiale in dieci anni di attività. Ci sentiamo sicuramente più maturi come band e l’affinità tra noi negli anni ci ha portato ad una amalgama molto forte che porta alle volte quasi ad una sorta di sinergia creativa. La strada comunque, ci auguriamo, è ancora molta e percepiamo tanti nuovi sentieri da percorrere.
La nostra “Mandrie” in tal senso rappresenta per noi una grande summa del percorso fatto fin qui, ci troviamo dentro molto di Natura e anche di Discipline e, come in ogni creazione su cui ci siamo applicati, anche un qualcosa in più che continua a mutare e assumere nuove sfumature, che si coloreranno di nuove ombreggiature e tinte probabilmente già dal prossimo futuro passo.


Davide

Cosa sono le “mandrie”? Qual è il percorso concettuale e ideale che ha guidato le due lunghe parti del vostro brano?


PALMER GENERATOR

Le “Mandrie” erano i gruppi entro cui venivano suddivisi i giovani a Sparta una volta allontanati dalla famiglia per iniziare il processo di educazione. La dedizione all’educazione, l’importanza del corpo e lo spirito di appartenenza ad un gruppo, nonché il rispetto per la saggezza e per i saggi, con cui gli spartani venivano educati, ci affascina. Senza contare poi l’immagine stessa che l’idea generica di mandria produce: un gruppo compatto e coeso, i cui componenti formano come un solo corpo, pronto a scattare in una corsa selvaggia e libera. Porta alla mente muscoli tesi, polvere, vento e vaste praterie, un desiderio di vivere.


Davide

…Tu non altro che il canto avrai del figlio, / o materna mia terra; a noi prescrisse / il fato illacrimata sepoltura. Perché Zante?


THE GREAT SAUNITES

Il titolo Zante è stato scelto una volta pensato al concetto di grecità come comune denominatore dello split. Anche qui non possiamo dire si possa attribuire univoca  interpretazione a questa scelta, il tema è assolutamente libero. Zante fa riferimento nello specifico all’isola greca, in passato al centro delle battaglie tra Spartani e Ateniesi, si ricollega in un certo modo anche al brano dei Palmer e ci sembrava rimandare ad un’idea di solennità e misticismo con la sua lussureggiante vegetazione, le scogliere e le spiagge incontaminate.


Davide

Come avete intesa la grecità, facendone poi collegamento tra Zante e Mandrie?


THE GREAT SAUNITES

L’idea della grecità è stata proposta dai Palmer come spunto per i titoli e per l’artwork stesso. Come Saunites non abbiamo mai cercato di fare arrivare messaggi specifici nel momento in cui ci approcciavamo alla composizione di nuova musica, abbiamo sempre preferito lasciare spazio alla libera interpretazione. L’idea ci è comunque sembrata affascinante e un giusto compromesso per dare un immaginario alla musica strumentale di entrambi i gruppi 
 
PALMER GENERATOR

Il senso con cui ci siamo posti la grecità come tema è stato molto libero e ci siamo dati ampiezza di interpretazione. La Grecia antica, in particolare a noi Palmer, ha suscitato sempre enorme fascino e ne suscita moltissimo ancora. Già Shapes aveva tematiche “greche” che si ritrovano in parte anche nei successivi due album e siamo convinti torneranno in futuro, in qualche forma. I Saunites si sono dimostrati subito concordi con l’idea che poggiava anche su una quasi primigenia riflessione intorno all’Art-Work che, realizzato da Mattia, è piaciuto moltissimo a tutti fin da subito. 


Davide

La kozmische musik (o kraut rock) continua da cinquant’anni ad avere una significativa influenza su molti musicisti. Probabilmente, trattandosi di gruppi piuttosto diversi che hanno prodotto musica in varie forme, li ha accomunati soprattutto uno sperimentalismo libero che ha anticipato molta musica successiva (new wave, new age ecc.). Cos’è per voi sperimentare oggi, verso cosa?


THE GREAT SAUNITES

Tutta la scena kraut tedesca ha segnato senza dubbio la nostra formazione musicale.
Come hai detto, la peculiarità dei vari musicisti che ne facevano parte fu la totale assenza di freni inibitori, quanto a sperimentalismo e libertà compositiva. Sperimentare adesso non è cosa altrettanto scontata e semplice, la musica è stata assimilata in tutte le sue varie forme e per quello che ci riguarda si tratta piu’ che altro di essere personali, ascoltare, assimilare e approcciarsi alla scrittura senza voler a tutti i costi creare qualcosa di innovativo, la naturalezza e la spontaneità possono fare tanto. Per prendere spunto dal  recente brano “Zante”, la ricerca è stata quella di provare a mischiare le carte; anzitutto  abbiamo inserito un clarinetto, suonato da Paolo Cantù, inoltre il basso è stato sostituito quasi del tutto da una tastiera  improvvisata. Tutto questo, in aggiunta ad un uso dell’elettronica sempre piu’ concreto  e a un set up di batteria ultra minimale, è stato il nostro tentativo di oltrepassare le nostre classiche coordinate sonore.
 
PALMER GENERATOR

Viviamo lo sperimentare più come una sorta di “sperimentarsi”. Mettersi alla prova ogni volta. Il che avviene per noi, spessissimo, in maniera comunque abbastanza naturale. Troviamo molto difficile e alquanto indesiderato forzarci drasticamente entro una direzione, le derive sperimentali (appunto intese come “sperimentarsi”) sono sempre state un nostro sviluppo naturale e lo abbiamo applicato sia in ambito compositivo, che di dinamica live, che in studio di registrazione, dove ci teniamo sempre a realizzare lavori che siano particolari e che rifuggano, almeno in parte, lo “standard sound” di riferimento dei vari generi. Negli anni, a forza di relazionarci, si è sviluppata una nostra lingua comune che è quella che ci permette di tentare di scrivere sempre nuovi racconti, direzione dei quali alle volte è ignota anche a noi stessi e forse risiede proprio qui il nostro modo di “sperimentare”.
Il Krautrock (in particolare nel suo versante Can, Neu!, Ash Ra Temple, Faust, ma anche Between e Popol Vuh ecc.), in questo senso, è da molto una grandissima ispirazione per noi, in quanto movimento che ha fatto della sperimentazione, del non darsi limiti prestabiliti, e a volte della provocazione, la sua bandiera, insieme alla da noi tanta amata psichedelia. Senza contare le sue aperture cosmiche che proiettano dritti attraverso le galassie, prospettiva immaginifica che sentiamo molto presente anche nella nostra musica. 


Davide

Si dice psichedelica una sostanza con spiccati effetti psicoattivi. La musica può avere effetti psicoattivi? In che modo e con quali obiettivi puntate con la vostra musica ad agire sui “processi psichici”, sulla mente, la vostra come l’altrui? 


THE GREAT SAUNITES

Escludendo un discorso di ascolto e composizione sotto effetto di sostanze, che aprirebbe tutti altri scenari di discussione, riteniamo che la musica in sé, qualsiasi tipo di musica, possa avere un effetto psicoattivo. Come detto, non abbiamo mai cercato di comunicare messaggi particolari, o anche caratterizzare il gruppo a livello estetico. Il nostro tentativo è quello di lasciare meno riferimenti possibili e totale spazio all’immaginazione dell’ascoltatore, in un brano di durata medio lunga la ripetizione e le piccole sfumature possono coesistere con cambi repentini di atmosfera, in una sorta di collage sonoro. L’effetto può’ essere tanto straniante quanto rassicurante, sta alla percezione soggettiva.
 
PALMER GENERATOR

La musica può decisamente avere effetti psicoattivi così come può andare ad interagire in maniera molto forte con uno stato già di sé psicoattivo. L’elemento di alterazione della percezione è sicuramente un aspetto presente nella nostra musica e sicuramente non eludibile per carpirla appieno. Anche e in particolar modo la dinamica live, se approcciata in modo da lasciarsi trasportare senza distrazioni, crea sensazioni di alterazione che più volte il pubblico ci ha sottolineato. Ovviamente il tutto richiede, anche su disco, una dinamica di ascolto per immersione e non come sottofondo.
Dal punto di vista nostro poi, osservando la cosa dalla parte dello strumento, il trasporto ipnotico dal quale veniamo catturati quando suoniamo è esso stesso motore fondamentale del nostro approccio, dalla composizione all’esecuzione.  In molti notano infatti una dinamica di “viaggio” di natura metaforica che affrontiamo quando suoniamo su di un palco, che è la stessa verso la quale cerchiamo di richiamare l’ascoltatore e che viviamo anche in sala prove e in fase di composizione.


Davide
Cosa seguirà?
 
THE GREAT SAUNITES

Abbiamo sempre voluto fare un disco metal, di solo basso distorto e batteria e  in realtà lo avevamo pure scritto ma poi ci siamo persi ed è rimasta cosa incompiuta. Parallelamente ci saranno sicuramente  nuove uscite “soliste” di entrambi . Per il resto, chi vivrà vedrà!
 
PALMER GENERATOR
Chi può dirlo? Si vedrà.


Davide
Grazie e à suivre…

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PGTGS recensito su FREAKOUT MAGAZINE

di Vittorio Lanutti

Sono gli Ep e le collaborazioni come queste che mantengono alto il valore dell’indie rock, della voglia di sperimentare, di contaminarsi, di aprirsi ad altri stili e soprattutto di dilettarsi a suonare qualcosa di innovativo. Essere fuori dagli schemi del mainstream e trasmettere qualcosa di reale esprimendo la vera esigenza comunicativa degli artisti. Conosciutisi nel 2016, nell’ambito del Field Fest i marchigiani Palmer Generator e i lombardi The Great Saunites sono divenuti amici e nel tempo hanno maturato l’idea di divedere un disco. Così dal 2017 hanno iniziato a buttare giù delle idee fino alla realizzazione di questo Ep dal titolo “PGTS” composto da tre brani. 

I primi due sono due tracce dello stesso brano, “Mandrie” dei Palmer Generator parte dal loro background post rock-noise regalandoci sonorità nelle quali si inerpicano in circolarità evocative e avvolgenti, con cambi di registro stilistico estremamente intensi e in grado di costruire pattern post-rock dialettici, che, come per il resto della loro produzione, vien voglia di ascoltare ancora e ancora. 

Per la realizzazione del loro brano “Zante” i Saunites si sono fatti affiancare da Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello, SMWM), presente con clarinetto e chitarra, in un brano sospeso tra un flebile free-jazz e momenti liquidi sperimentali tanto delicati quanto profondi e con tratti psichedelici; in altre parole  sperimentazione pura ma non fine a se stessa che induce l’ascoltatore a mettersi in contatto con le sue parti oniriche.



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martedì 26 maggio 2020

PGTGS recensito su SHIVER

di Aaron Giazzon



Palmer Generator e The Great Saunites si incontrano in PGTGS, split album, prodotto da Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale. L’artwork del disco è curato da Mattia Palmieri (1/3 dei PG). Entrambi i progetti sono noti per essere dediti all’improvvisazione, così come a musiche distorte e dilatate. Lo split è equamente diviso per lati (esce in LP): il primo a cura dei PG, che lo riempiono con “Mandrie”, a sua volta divisa in due parti; il secondo è territorio dei TGS, in collaborazione con Paolo Cantù.


Partendo dal lato B, “Zante”, bellezza greca (la grecità è proprio il tema portante del disco), è una suite sublime. Intensa e ricolma di suoni e stimoli, permette ai tre musicisti di esprimersi al meglio. Le percussioni di Leonard Layola ricordano il metodo di Balazs Pandi, batterista ungherese sodale di Merzbow ed altri noiser. Le chitarre lasciano spazio a strumenti a fiato (clarinetto su tutti), effetti e field recordings. Siamo, quindi, ampiamente fuori da territori doom / stoner, già invasi e pervasi dai TGS. In quest’occasione veniamo introdotti in una giungla sonora esotica e calda. Le note avvolgono l’ascoltatore, accarezzano l’anima e riscompaiono tra fronte vibranti di energia musicale. L’esperienza è fin troppo breve, nonostante duri circa venti minuti…

 

Il lato A, invece, è un’infuocata cavalcata hard blues dal giusto tiro e condita di un pizzico psichedelico, di cui i tre Palmer(s) non abusano mai. Si potrebbe dare per scontata la capacità di intendersi così alla grande tra musicisti, ma, sarà il dna comune o la semplice passione, tra i tre si percepisce un’intesa davvero densa. L’uso dei tre strumenti tipici del rock è davvero magistrale e non fa rimpiangere voce o altri mezzi di produzione sonora. Motorpsycho e i live più lanciati di Neil Young mi sembrano accostamenti coerenti per un progetto tanto tosto, quanto essenziale poi nella sua proposta.

Questo split conferma, dunque, entrambi i progetti come due dei più interessanti nel nostro panorama sonoro ed è molto incoraggiante assaporare ottimi pezzi in un format (quello dello split), tante volte bistrattato o poco sviluppato.

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