"Abbuio" is a term that refers to the Italian translation of the English word "Blackout" according to the proposal of the Italian linguist Arrigo Castellani. This new work marks Bignamini's return to the solo acoustic guitar.
Moving away from the more classic fingerpicking style, he offers five soft "ballads" (3 improvisations and 2 compositions) inspired by sleepless nights.The Great Saunites
atros - bassi lenny l. kandur layola - tamburi
Informazioni personali
domenica 30 luglio 2023
ATRX - A Glimpse of Melody OUT on PARAVISION
A Glimpse of Melody is a collection of fourteen cut short pieces by ATRX aka Marcello Groppi, Milano based composer and experimentalist. The series incorporates found sounds, improvised music and various samples to create a mysterious soundtrack, 14 imaginary visions of wastelands not yet uninhabited but still roamed by shaded melodies and spurring noises.
ATRX : bass, guitar, keyboards, field recordings, walkman, drums, objects.
The project was composed, performed and recorded by ATRX during year 2021.
Most of the tracks were bounced in mono format and we finally decided to keep them as they were born, straight out of the Jam Man pedal, unmastered.
cover artwork by Rita Görözdi
mercoledì 6 gennaio 2021
TGS BUNDLE available via Hypershape Records
NEW TGS SPECIAL BUNDLE available via Hypershape Records:
Includes all HPS releases by TGS on special price.
- Delay Jesus '68 (2011, CO-HPS004)
- Nero (2016, CO-HPS006)
- Green (2016, CO-HPS007)
- Brown (2018, CO-HPS008)
lunedì 5 ottobre 2020
9 Ottobre: LIVE+INTERVISTA su BANG BANG RADIO
Venerdi sera h 22:00 ospiti negli studi di BANG BANG RADIO per un live/intervista.
ASCOLTA QUI: http://bangbangradio.it/
lunedì 15 giugno 2020
Intervista su KULT UNDERGROUND
di Davide Riccio
Davide
THE GREAT SAUNITES
PALMER GENERATOR
Davide
THE GREAT SAUNITES
PALMER GENERATOR
Davide
PALMER GENERATOR
Davide
THE GREAT SAUNITES
Davide
THE GREAT SAUNITES
PALMER GENERATOR
Davide
THE GREAT SAUNITES
PALMER GENERATOR
Davide
THE GREAT SAUNITES
PALMER GENERATOR
Davide
Cosa seguirà?
THE GREAT SAUNITES
PALMER GENERATOR
Chi può dirlo? Si vedrà.
Davide
Grazie e à suivre…
LEGGI QUI
Davide
Perché fare uno split, dividersi cioè un intero disco? In cosa vi siete scoperti diversi e complementari?
THE GREAT SAUNITES
L’idea dello split è anzitutto
naturale conseguenza del rapporto di amicizia e stima reciproca che si è
instaurato fin da quando i nostri percorsi si sono incrociati
casualmente. Differenze è ovvio che ve ne siano, cosi come speriamo che
ascoltando di primo impatto il disco si possa cogliere comunque una
bizzarra continuità tra le tracce, più dirette e concrete quelle dei
Palmer, maggiormente astratta la nostra.
PALMER GENERATOR
Lo split è partito dal moto umano più
basilare che ci sia: l’amicizia. Al di là di affinità musicali (comunque
presentissime) e sound, la prima cosa che ci ha avvicinato è stata
infatti una affinità prettamente umana che ci ha permesso, anche grazie a
ripetuti incontri personali negli anni, di affinarci tra noi nel tempo.
Di differenze ovviamente ce ne sono molte, a partire dalla formazione: la nostra fondamentalmente a tre e la loro a due (anche se qui supportati da Paolo Cantù), crea già di suo una difformità di approccio; loro hanno poi delle venatura più tendenti al Doom in noi assenti come noi ne abbiamo di Post-Rock e di un certo Noise-Rock in loro assenti. In loro è più calzata poi la vena etnica, seppure in noi non assente, ma entrambi ci muoviamo comunque su orizzonti psichedelici e a tratti vagamente Kraut, seppure con tinte differenti.
La complementarietà nasce forse proprio in questo, nell’approcciare la psichedelica su due terreni diversi ma confinanti e che mirano, entrambi, alla dinamica ipnotica e alla fluidità trascinante. Trasportare l’ascoltatore.
Di differenze ovviamente ce ne sono molte, a partire dalla formazione: la nostra fondamentalmente a tre e la loro a due (anche se qui supportati da Paolo Cantù), crea già di suo una difformità di approccio; loro hanno poi delle venatura più tendenti al Doom in noi assenti come noi ne abbiamo di Post-Rock e di un certo Noise-Rock in loro assenti. In loro è più calzata poi la vena etnica, seppure in noi non assente, ma entrambi ci muoviamo comunque su orizzonti psichedelici e a tratti vagamente Kraut, seppure con tinte differenti.
La complementarietà nasce forse proprio in questo, nell’approcciare la psichedelica su due terreni diversi ma confinanti e che mirano, entrambi, alla dinamica ipnotica e alla fluidità trascinante. Trasportare l’ascoltatore.
Davide
A che punto siete del vostro percorso
storico e artistico e come lo avete congelato e consegnato con questi
vostri due nuovi lavori?
THE GREAT SAUNITES
The Great Saunites è un progetto che
portiamo avanti ormai da tempo e inevitabilmente siamo stati catalogati
in vari filoni musicali. Crediamo che non vi sia nulla di sbagliato nel
provare ad inquadrare e spesso giudicare un progetto sulla base di una
“scena” di appartenenza, in Italia questo approccio è sempre stato
particolarmente seguito da addetti ai lavori e non. Mai come in questo
ultimo periodo però’ ci sentiamo slegati da qualsivoglia catalogazione
di genere, quantomeno nell’approccio che abbiamo alla scrittura. Con
Zante si è voluto immortalare quindi un momento per noi di transizione e
crediamo che questo si possa cogliere nei 19 minuti di musica che
scorrono senza una struttura rigida e definita.
PALMER GENERATOR
Per noi è una fase diciamo molto
calda. Siamo giunti alla nostra quarta pubblicazione ufficiale in dieci
anni di attività. Ci sentiamo sicuramente più maturi come band e
l’affinità tra noi negli anni ci ha portato ad una amalgama molto forte
che porta alle volte quasi ad una sorta di sinergia creativa. La strada
comunque, ci auguriamo, è ancora molta e percepiamo tanti nuovi sentieri
da percorrere.
La nostra “Mandrie” in tal senso rappresenta per noi una grande summa del percorso fatto fin qui, ci troviamo dentro molto di Natura e anche di Discipline e, come in ogni creazione su cui ci siamo applicati, anche un qualcosa in più che continua a mutare e assumere nuove sfumature, che si coloreranno di nuove ombreggiature e tinte probabilmente già dal prossimo futuro passo.
La nostra “Mandrie” in tal senso rappresenta per noi una grande summa del percorso fatto fin qui, ci troviamo dentro molto di Natura e anche di Discipline e, come in ogni creazione su cui ci siamo applicati, anche un qualcosa in più che continua a mutare e assumere nuove sfumature, che si coloreranno di nuove ombreggiature e tinte probabilmente già dal prossimo futuro passo.
Davide
Cosa sono le “mandrie”? Qual è il percorso concettuale e ideale che ha guidato le due lunghe parti del vostro brano?
PALMER GENERATOR
Le “Mandrie” erano i gruppi entro cui
venivano suddivisi i giovani a Sparta una volta allontanati dalla
famiglia per iniziare il processo di educazione. La dedizione
all’educazione, l’importanza del corpo e lo spirito di appartenenza ad
un gruppo, nonché il rispetto per la saggezza e per i saggi, con cui gli
spartani venivano educati, ci affascina. Senza contare poi l’immagine
stessa che l’idea generica di mandria produce: un gruppo compatto e
coeso, i cui componenti formano come un solo corpo, pronto a scattare in
una corsa selvaggia e libera. Porta alla mente muscoli tesi, polvere,
vento e vaste praterie, un desiderio di vivere.
Davide
…Tu non altro che il canto avrai del figlio, / o materna mia terra; a noi prescrisse / il fato illacrimata sepoltura. Perché Zante?
THE GREAT SAUNITES
Il titolo Zante è stato scelto una
volta pensato al concetto di grecità come comune denominatore dello
split. Anche qui non possiamo dire si possa attribuire univoca
interpretazione a questa scelta, il tema è assolutamente libero. Zante
fa riferimento nello specifico all’isola greca, in passato al centro
delle battaglie tra Spartani e Ateniesi, si ricollega in un certo modo
anche al brano dei Palmer e ci sembrava rimandare ad un’idea di
solennità e misticismo con la sua lussureggiante vegetazione, le
scogliere e le spiagge incontaminate.
Davide
Come avete intesa la grecità, facendone poi collegamento tra Zante e Mandrie?
THE GREAT SAUNITES
L’idea della grecità è stata proposta
dai Palmer come spunto per i titoli e per l’artwork stesso. Come
Saunites non abbiamo mai cercato di fare arrivare messaggi specifici nel
momento in cui ci approcciavamo alla composizione di nuova musica,
abbiamo sempre preferito lasciare spazio alla libera interpretazione.
L’idea ci è comunque sembrata affascinante e un giusto compromesso per
dare un immaginario alla musica strumentale di entrambi i gruppi
PALMER GENERATOR
Il senso con cui ci siamo posti la
grecità come tema è stato molto libero e ci siamo dati ampiezza di
interpretazione. La Grecia antica, in particolare a noi Palmer, ha
suscitato sempre enorme fascino e ne suscita moltissimo ancora. Già
Shapes aveva tematiche “greche” che si ritrovano in parte anche nei
successivi due album e siamo convinti torneranno in futuro, in qualche
forma. I Saunites si sono dimostrati subito concordi con l’idea che
poggiava anche su una quasi primigenia riflessione intorno all’Art-Work
che, realizzato da Mattia, è piaciuto moltissimo a tutti fin da subito.
Davide
La kozmische musik (o kraut rock)
continua da cinquant’anni ad avere una significativa influenza su molti
musicisti. Probabilmente, trattandosi di gruppi piuttosto diversi che
hanno prodotto musica in varie forme, li ha accomunati soprattutto uno
sperimentalismo libero che ha anticipato molta musica successiva (new
wave, new age ecc.). Cos’è per voi sperimentare oggi, verso cosa?
THE GREAT SAUNITES
Tutta la scena kraut tedesca ha segnato senza dubbio la nostra formazione musicale.
Come hai detto, la peculiarità dei vari musicisti che ne facevano parte fu la totale assenza di freni inibitori, quanto a sperimentalismo e libertà compositiva. Sperimentare adesso non è cosa altrettanto scontata e semplice, la musica è stata assimilata in tutte le sue varie forme e per quello che ci riguarda si tratta piu’ che altro di essere personali, ascoltare, assimilare e approcciarsi alla scrittura senza voler a tutti i costi creare qualcosa di innovativo, la naturalezza e la spontaneità possono fare tanto. Per prendere spunto dal recente brano “Zante”, la ricerca è stata quella di provare a mischiare le carte; anzitutto abbiamo inserito un clarinetto, suonato da Paolo Cantù, inoltre il basso è stato sostituito quasi del tutto da una tastiera improvvisata. Tutto questo, in aggiunta ad un uso dell’elettronica sempre piu’ concreto e a un set up di batteria ultra minimale, è stato il nostro tentativo di oltrepassare le nostre classiche coordinate sonore.
Come hai detto, la peculiarità dei vari musicisti che ne facevano parte fu la totale assenza di freni inibitori, quanto a sperimentalismo e libertà compositiva. Sperimentare adesso non è cosa altrettanto scontata e semplice, la musica è stata assimilata in tutte le sue varie forme e per quello che ci riguarda si tratta piu’ che altro di essere personali, ascoltare, assimilare e approcciarsi alla scrittura senza voler a tutti i costi creare qualcosa di innovativo, la naturalezza e la spontaneità possono fare tanto. Per prendere spunto dal recente brano “Zante”, la ricerca è stata quella di provare a mischiare le carte; anzitutto abbiamo inserito un clarinetto, suonato da Paolo Cantù, inoltre il basso è stato sostituito quasi del tutto da una tastiera improvvisata. Tutto questo, in aggiunta ad un uso dell’elettronica sempre piu’ concreto e a un set up di batteria ultra minimale, è stato il nostro tentativo di oltrepassare le nostre classiche coordinate sonore.
PALMER GENERATOR
Viviamo lo sperimentare più come una
sorta di “sperimentarsi”. Mettersi alla prova ogni volta. Il che avviene
per noi, spessissimo, in maniera comunque abbastanza naturale. Troviamo
molto difficile e alquanto indesiderato forzarci drasticamente entro
una direzione, le derive sperimentali (appunto intese come
“sperimentarsi”) sono sempre state un nostro sviluppo naturale e lo
abbiamo applicato sia in ambito compositivo, che di dinamica live, che
in studio di registrazione, dove ci teniamo sempre a realizzare lavori
che siano particolari e che rifuggano, almeno in parte, lo “standard
sound” di riferimento dei vari generi. Negli anni, a forza di
relazionarci, si è sviluppata una nostra lingua comune che è quella che
ci permette di tentare di scrivere sempre nuovi racconti, direzione dei
quali alle volte è ignota anche a noi stessi e forse risiede proprio qui
il nostro modo di “sperimentare”.
Il Krautrock (in particolare nel suo versante Can, Neu!, Ash Ra Temple, Faust, ma anche Between e Popol Vuh ecc.), in questo senso, è da molto una grandissima ispirazione per noi, in quanto movimento che ha fatto della sperimentazione, del non darsi limiti prestabiliti, e a volte della provocazione, la sua bandiera, insieme alla da noi tanta amata psichedelia. Senza contare le sue aperture cosmiche che proiettano dritti attraverso le galassie, prospettiva immaginifica che sentiamo molto presente anche nella nostra musica.
Il Krautrock (in particolare nel suo versante Can, Neu!, Ash Ra Temple, Faust, ma anche Between e Popol Vuh ecc.), in questo senso, è da molto una grandissima ispirazione per noi, in quanto movimento che ha fatto della sperimentazione, del non darsi limiti prestabiliti, e a volte della provocazione, la sua bandiera, insieme alla da noi tanta amata psichedelia. Senza contare le sue aperture cosmiche che proiettano dritti attraverso le galassie, prospettiva immaginifica che sentiamo molto presente anche nella nostra musica.
Davide
Si dice psichedelica una sostanza con
spiccati effetti psicoattivi. La musica può avere effetti psicoattivi?
In che modo e con quali obiettivi puntate con la vostra musica ad agire
sui “processi psichici”, sulla mente, la vostra come l’altrui?
THE GREAT SAUNITES
Escludendo un discorso di ascolto e
composizione sotto effetto di sostanze, che aprirebbe tutti altri
scenari di discussione, riteniamo che la musica in sé, qualsiasi tipo di
musica, possa avere un effetto psicoattivo. Come detto, non abbiamo mai
cercato di comunicare messaggi particolari, o anche caratterizzare il
gruppo a livello estetico. Il nostro tentativo è quello di lasciare meno
riferimenti possibili e totale spazio all’immaginazione
dell’ascoltatore, in un brano di durata medio lunga la ripetizione e le
piccole sfumature possono coesistere con cambi repentini di atmosfera,
in una sorta di collage sonoro. L’effetto può’ essere tanto straniante
quanto rassicurante, sta alla percezione soggettiva.
PALMER GENERATOR
La musica può decisamente avere
effetti psicoattivi così come può andare ad interagire in maniera molto
forte con uno stato già di sé psicoattivo. L’elemento di alterazione
della percezione è sicuramente un aspetto presente nella nostra musica e
sicuramente non eludibile per carpirla appieno. Anche e in particolar
modo la dinamica live, se approcciata in modo da lasciarsi trasportare
senza distrazioni, crea sensazioni di alterazione che più volte il
pubblico ci ha sottolineato. Ovviamente il tutto richiede, anche su
disco, una dinamica di ascolto per immersione e non come sottofondo.
Dal punto di vista nostro poi, osservando la cosa dalla parte dello strumento, il trasporto ipnotico dal quale veniamo catturati quando suoniamo è esso stesso motore fondamentale del nostro approccio, dalla composizione all’esecuzione. In molti notano infatti una dinamica di “viaggio” di natura metaforica che affrontiamo quando suoniamo su di un palco, che è la stessa verso la quale cerchiamo di richiamare l’ascoltatore e che viviamo anche in sala prove e in fase di composizione.
Dal punto di vista nostro poi, osservando la cosa dalla parte dello strumento, il trasporto ipnotico dal quale veniamo catturati quando suoniamo è esso stesso motore fondamentale del nostro approccio, dalla composizione all’esecuzione. In molti notano infatti una dinamica di “viaggio” di natura metaforica che affrontiamo quando suoniamo su di un palco, che è la stessa verso la quale cerchiamo di richiamare l’ascoltatore e che viviamo anche in sala prove e in fase di composizione.
Davide
Cosa seguirà?
THE GREAT SAUNITES
Abbiamo sempre voluto fare un disco
metal, di solo basso distorto e batteria e in realtà lo avevamo pure
scritto ma poi ci siamo persi ed è rimasta cosa incompiuta.
Parallelamente ci saranno sicuramente nuove uscite “soliste” di
entrambi . Per il resto, chi vivrà vedrà!
PALMER GENERATOR
Chi può dirlo? Si vedrà.
Davide
Grazie e à suivre…
LEGGI QUI
PGTGS recensito su FREAKOUT MAGAZINE
di Vittorio Lanutti
Sono gli Ep e le collaborazioni come queste che mantengono alto il valore dell’indie rock, della voglia di sperimentare, di contaminarsi, di aprirsi ad altri stili e soprattutto di dilettarsi a suonare qualcosa di innovativo. Essere fuori dagli schemi del mainstream e trasmettere qualcosa di reale esprimendo la vera esigenza comunicativa degli artisti. Conosciutisi nel 2016, nell’ambito del Field Fest i marchigiani Palmer Generator e i lombardi The Great Saunites sono divenuti amici e nel tempo hanno maturato l’idea di divedere un disco. Così dal 2017 hanno iniziato a buttare giù delle idee fino alla realizzazione di questo Ep dal titolo “PGTS” composto da tre brani.
I primi due sono due tracce dello stesso brano, “Mandrie” dei Palmer Generator parte dal loro background post rock-noise regalandoci sonorità nelle quali si inerpicano in circolarità evocative e avvolgenti, con cambi di registro stilistico estremamente intensi e in grado di costruire pattern post-rock dialettici, che, come per il resto della loro produzione, vien voglia di ascoltare ancora e ancora.
Per la realizzazione del loro brano “Zante” i Saunites si sono fatti affiancare da Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello, SMWM), presente con clarinetto e chitarra, in un brano sospeso tra un flebile free-jazz e momenti liquidi sperimentali tanto delicati quanto profondi e con tratti psichedelici; in altre parole sperimentazione pura ma non fine a se stessa che induce l’ascoltatore a mettersi in contatto con le sue parti oniriche.
LEGGI QUI
Sono gli Ep e le collaborazioni come queste che mantengono alto il valore dell’indie rock, della voglia di sperimentare, di contaminarsi, di aprirsi ad altri stili e soprattutto di dilettarsi a suonare qualcosa di innovativo. Essere fuori dagli schemi del mainstream e trasmettere qualcosa di reale esprimendo la vera esigenza comunicativa degli artisti. Conosciutisi nel 2016, nell’ambito del Field Fest i marchigiani Palmer Generator e i lombardi The Great Saunites sono divenuti amici e nel tempo hanno maturato l’idea di divedere un disco. Così dal 2017 hanno iniziato a buttare giù delle idee fino alla realizzazione di questo Ep dal titolo “PGTS” composto da tre brani.
I primi due sono due tracce dello stesso brano, “Mandrie” dei Palmer Generator parte dal loro background post rock-noise regalandoci sonorità nelle quali si inerpicano in circolarità evocative e avvolgenti, con cambi di registro stilistico estremamente intensi e in grado di costruire pattern post-rock dialettici, che, come per il resto della loro produzione, vien voglia di ascoltare ancora e ancora.
Per la realizzazione del loro brano “Zante” i Saunites si sono fatti affiancare da Paolo Cantù (Makhno, A Short Apnea, Uncode Duello, SMWM), presente con clarinetto e chitarra, in un brano sospeso tra un flebile free-jazz e momenti liquidi sperimentali tanto delicati quanto profondi e con tratti psichedelici; in altre parole sperimentazione pura ma non fine a se stessa che induce l’ascoltatore a mettersi in contatto con le sue parti oniriche.
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martedì 26 maggio 2020
PGTGS recensito su SHIVER
di Aaron Giazzon
Palmer Generator e The Great Saunites si incontrano in PGTGS, split album, prodotto da Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale. L’artwork del disco è curato da Mattia Palmieri (1/3 dei PG). Entrambi i progetti sono noti per essere dediti all’improvvisazione, così come a musiche distorte e dilatate. Lo split è equamente diviso per lati (esce in LP): il primo a cura dei PG, che lo riempiono con “Mandrie”, a sua volta divisa in due parti; il secondo è territorio dei TGS, in collaborazione con Paolo Cantù.
Partendo dal lato B, “Zante”, bellezza greca (la grecità è proprio il tema portante del disco), è una suite sublime. Intensa e ricolma di suoni e stimoli, permette ai tre musicisti di esprimersi al meglio. Le percussioni di Leonard Layola ricordano il metodo di Balazs Pandi, batterista ungherese sodale di Merzbow ed altri noiser. Le chitarre lasciano spazio a strumenti a fiato (clarinetto su tutti), effetti e field recordings. Siamo, quindi, ampiamente fuori da territori doom / stoner, già invasi e pervasi dai TGS. In quest’occasione veniamo introdotti in una giungla sonora esotica e calda. Le note avvolgono l’ascoltatore, accarezzano l’anima e riscompaiono tra fronte vibranti di energia musicale. L’esperienza è fin troppo breve, nonostante duri circa venti minuti…
Il lato A, invece, è un’infuocata cavalcata hard blues dal giusto tiro e condita di un pizzico psichedelico, di cui i tre Palmer(s) non abusano mai. Si potrebbe dare per scontata la capacità di intendersi così alla grande tra musicisti, ma, sarà il dna comune o la semplice passione, tra i tre si percepisce un’intesa davvero densa. L’uso dei tre strumenti tipici del rock è davvero magistrale e non fa rimpiangere voce o altri mezzi di produzione sonora. Motorpsycho e i live più lanciati di Neil Young mi sembrano accostamenti coerenti per un progetto tanto tosto, quanto essenziale poi nella sua proposta.
Questo split conferma, dunque, entrambi i progetti come due dei più interessanti nel nostro panorama sonoro ed è molto incoraggiante assaporare ottimi pezzi in un format (quello dello split), tante volte bistrattato o poco sviluppato.
LEGGI QUI
Palmer Generator e The Great Saunites si incontrano in PGTGS, split album, prodotto da Bloody Sound Fucktory, Brigadisco e Il Verso del Cinghiale. L’artwork del disco è curato da Mattia Palmieri (1/3 dei PG). Entrambi i progetti sono noti per essere dediti all’improvvisazione, così come a musiche distorte e dilatate. Lo split è equamente diviso per lati (esce in LP): il primo a cura dei PG, che lo riempiono con “Mandrie”, a sua volta divisa in due parti; il secondo è territorio dei TGS, in collaborazione con Paolo Cantù.
Partendo dal lato B, “Zante”, bellezza greca (la grecità è proprio il tema portante del disco), è una suite sublime. Intensa e ricolma di suoni e stimoli, permette ai tre musicisti di esprimersi al meglio. Le percussioni di Leonard Layola ricordano il metodo di Balazs Pandi, batterista ungherese sodale di Merzbow ed altri noiser. Le chitarre lasciano spazio a strumenti a fiato (clarinetto su tutti), effetti e field recordings. Siamo, quindi, ampiamente fuori da territori doom / stoner, già invasi e pervasi dai TGS. In quest’occasione veniamo introdotti in una giungla sonora esotica e calda. Le note avvolgono l’ascoltatore, accarezzano l’anima e riscompaiono tra fronte vibranti di energia musicale. L’esperienza è fin troppo breve, nonostante duri circa venti minuti…
Il lato A, invece, è un’infuocata cavalcata hard blues dal giusto tiro e condita di un pizzico psichedelico, di cui i tre Palmer(s) non abusano mai. Si potrebbe dare per scontata la capacità di intendersi così alla grande tra musicisti, ma, sarà il dna comune o la semplice passione, tra i tre si percepisce un’intesa davvero densa. L’uso dei tre strumenti tipici del rock è davvero magistrale e non fa rimpiangere voce o altri mezzi di produzione sonora. Motorpsycho e i live più lanciati di Neil Young mi sembrano accostamenti coerenti per un progetto tanto tosto, quanto essenziale poi nella sua proposta.
Questo split conferma, dunque, entrambi i progetti come due dei più interessanti nel nostro panorama sonoro ed è molto incoraggiante assaporare ottimi pezzi in un format (quello dello split), tante volte bistrattato o poco sviluppato.
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