mercoledì 7 giugno 2017

Recensione GREEN su HYPNOS WEBZINE

Due soli brani per poco più di quarantacinque minuti di durata. Due grossi totem musicali in cui sono riversate tonnellate di psichedelia fumante, fatte di stratificazioni sonore ad altissimo tasso ipnotico. Questo è il biglietto da visita di questo duo composto da Atros (basso) e dal polistrumentista Leonard K. Layola, (batteria, tastiere e chitarra). “Green”, loro secondo lavoro dedicato a una trilogia incentrata sui colori iniziata nel 2016 con l’album “Nero”, è rilasciato in un elegante formato DVD limitato a 50 copie numerate a mano tramite Toten Schwan Records e Hypershape Records. I due lunghi brani che compongono questa nuova fatica posseggono più o meno la stessa struttura, ovverosia una solida sezione ritmica, composta da batteria e basso distorto, che guida e sorregge il tutto grazie a complesse ed ipnotiche stratificazioni sonore in cui delle chitarre ultra effettate si sciolgono in acidi synth. Se l’opener “Dhaneb” risulta essere un po’ troppo monolitica come andamento complessivo, la successiva “Antares” è un vero e proprio trip acido, capace di prenderti e lasciarti viaggiare con la mente verso infuocati e solitari scenari desertici. In tutto questo delirio sonoro, Layola tende a proporre dei tempi serrati con la batteria, mentre Atros sparge qua e là melodie dal vago sapore orientale, rappresentando l’unico elemento capace di donare al brano un minimo di struttura logica e melodica. Insomma, due brani per ad alto tasso psichedelico che, pur non possedendo chissà quale originalità, garantiscono quaranticinque minuti ad elevata “fattanza” sonora.

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GREEN recensito su RUMORE #304, Maggio 2017