venerdì 29 gennaio 2016

THE BREAKFAST JUMPERS consiglia NERO


Come la cover poteva far sospettare scendiamo oggi nella fossa delle Marianne dove mostri più simili ad incubi che a pesci vagano in cerca di preda. Laggiù sul fondale dove "buio" assume un nuovo significato. Nero, dei The Great Saunites, contiene tre brani meravigliosamente inquietanti che sicuramente vi perseguiteranno questa notte. Fuori per HysM?, Il Verso del Cinghiale Records, Hypershape Records e Neon Paralleli.

 http://breakfastjumpers.blogspot.it/2016/01/the-great-saunites-nero-2016-streaming.html

domenica 17 gennaio 2016

Recensione TGS-NERO su DISTORSIONI

di Romina Baldoni

Abbiamo già conosciuto il  valido duo lodigiano The Great Saunites che ha saputo stupirci per la densità oscura e avvolgente del loro suono, capace di ammaliare e coinvolgere emotivamente,  tanto nei concept da studio, quanto nelle performance live. Sono Atros al basso e Leonard Layola ai tamburi. La loro originalità si basa su ingredienti semplicissimi, il loro prodigio sta semplicemente nell’abilità di dosaggio di questi ingredienti.
Fanno entrare in un dialogo disarticolato e rutilante le asperità tribali di basso e batteria, montano un groove che inizialmente sembra spastico e slegato ma poi prende piede incuneandosi in stratificazioni sempre più spesse e ossessive, in un lento e inesorabile incedere cavernoso e ostinato, furente e vorticoso fino a inattese dispersioni psichedeliche. Le tensioni si allentano smontando questi cumuli ottenebranti di materica pesantezza con brillanti arguzie elettroniche, con una serie di inserti rumoristici ed effetti che si propagano e cadono in dissolvenza. "Nero", quarto disco in ordine di arrivo, segue anch’esso, come per i lavori precedenti, lo sdoganamento dal rigore della suddivisione in brani. 
Si tratta sempre di concezioni molto omogenee che avanzano in modo non programmato e per percorsi inattesi. Nel caso in questione sono tre atti che potrebbero riflettere tre possibili vie di fuga partendo da identici elementi narrativi. L’omonima Nero rievoca molto bene la suggestione visiva del promo video, una fusione osmotica che finisce gradualmente per assorbire ogni trasparenza. Il monocolore diventa un manto sinuoso, una sagoma liquida che inizia a danzare di una danza arcana, inquietante e ipnotica fino ad assumere tutte le forme più disturbate e bizzarre che la nostra mente va man mano attribuendogli sotto l’influsso e la suggestione impresse dal ritmo.  
Lusitania è pura frenesia, una corsa indomita, una selvaggia prova di resistenza che gioca sull’alternarsi spasmodico tra istinto, ferinità primitiva, brama sensuale. Di grande effetto gli intercalare e i contrappunti dei fiati che riportano a immaginari esotici e visioni oniriche. E il simbolismo da magia occulta torna prepotente a riaffacciarsi nella finale Il Quarto Occhio. Il classico dilagare per propulsione, che il precedente “The Ivy” (2013) aveva ben definito, allestisce un rituale pagano, l’ambientazione che prepara un rito iniziatico propiziatorio. Tra fumi che stordiscono e assalti serrati si rimane prigionieri di un incantesimo che raggela e risucchia, affascina e spaventa, intriga e soggioga. 

http://www.distorsioni.net/canali/dischi/dischi-it/nero

sabato 16 gennaio 2016

NERO recensito da MUSIC COAST TO COAST

di Anna Dascola

Sonorità cupe e oscure, riff ripetuti ossessivamente: questo è Nero, il quarto album del duo The Great Saunites. La collaborazione tra i due musicisti Atros e Leonard Layola nasce a Lodi nel 2008 e tutto il percorso stilistico della band è caratterizzato dalla ricerca di un ritmo ossessivo e ipnotico che rimanda alle atmosfere psichedeliche europee e allo space rock, fino a ricordarci le sonorità tribali dei Killing Joke.
Nero è composto da tre tracce strumentali molto lunghe e corpose e ci colpisce quanto il titolo possa essere perfettamente in linea con la ricerca e la sperimentazione del gruppo: tutto l’album, in tutti i suoi suoni, è una passeggiata nel lato oscuro delle cose, dei sentimenti, dell’umanità.
Le tre tracce che compongono il disco, Nero, Lusitania e Il quarto occhio, cercano di dipingere con le note il tribale e primitivo, la nuda essenza delle cose. Ascoltando il primo brano che dà il titolo al disco, Nero, veniamo catapultati in paesaggi ostili e diventiamo spettatori di violente danze tribali: indicativi sono i suoni di apertura, simili a dei gong, che preannunciano una visione mistica.
Più blues i suoni di Lusitania, contaminati da rumori e stridii che avvicinano il brano allo stile industrial per poi concludersi con litanie che creano un’atmosfera da messa nera. Il nostro viaggio nell’oscurità si conclude con le percussioni inquietanti di Il quarto occhio. Lo stile di Nero è composito e sfaccettato e unisce una base tribale e primitiva a percussioni, rumori industrial, musica elettronica e psichedelica.
Il risultato è davvero interessante ed enigmatico, di respiro internazionale, coinvolgente ed essenziale. Nero richiede un ascolto approfondito e impegnato, un orecchio attento a riconoscere i suoni e gli echi di una musica molto complessa, ma sa coinvolgere anche l’ascoltatore meno esperto e meditativo con i suoi ritmi accattivanti.

http://www.musiccoasttocoast.it/the-great-saunites-nero/

NERO recensito su DISTOPIC



Nero” è il quarto album a nome The Great Saunites. Concepito nella prima metà del 2015, si compone di tre atti. E’ un flusso alla ricerca del punto oscuro e primitivo del suono attraverso suite circolari, tribalismi ed elettronica. Non è un disco facile, ma neppure restio a farti entrare nella sua casa, perché la musica del duo si lascia ascoltare e se sei nella giusta forma mentale, cioè se hai voglia di farti trasportare da suoni che scivolano verso una certa psichedelia mitteleuropea, allora il contatto sarà finanche gradevole. A basso volume (come sottofondo) il compact intrattiene benissimo, ma tirato su ad alto volume è possibile cogliere molti effetti carini. E’ indiscutibilmente un album scuro (direte voi, “…grazie al cavolo, l’hanno chiamato “Nero” apposta”) ma nel complesso ci piace il suo voler andare alla ricerca dell’ascoltatore per avvolgerlo in un universo sonoro che, in alcuni frangenti, ha qualcosa di cinematografico.

http://www.distopic.it/the-great-saunites-nero/

NERO recensito su ONDAROCK

di Michele Saran

Dopo una discreta pausa, già più lunga dei loro soliti standard, il duo lodigiano dei Great Saunites (Marcello “Atros” Groppi e Angelo “Leonard Layola” Bignamini) torna con un disco nuovamente ambizioso, “Nero”.

La traccia eponima di 19 minuti all’inizio raduna qualche cliché della psichedelia (loop di gong in stereofonia) ma rinnovandoli nella caratura sonica (una suadente danza industriale elettronica), che in chiusa si rarefanno in scampoli di musique concrete e tocchi diafani di marimba. Le loro ormai tipiche cavalcate cosmiche di basso e batteria a mo’ di raga sono invece più sottofondo brumoso che devastazione, e anche i miasmi elettronici si fanno decorazione: nel suo insieme la suite è stanchina e non così coesa.

“Lusitania” (9 minuti) mantiene la medesima impostazione, ma con più forza sciamanica (la ripetizione ad libitum di semplici figure tribali di batteria e dei riff a glissando del basso crea ancora una buona catarsi), anche se poi scala marcia in una stasi plumbea Pink Floyd-iana.
Il rondò dell’ideale sonata, “Il quarto occhio”, aumenta ancora la tensione, poi attraversa un’oasi nera di riverberi dub, e si ricollega al primo riff della title track per chiudere il cerchio (ma non fa il botto).

Successore, più che del monolite “The Ivy” (2013), dell’esperienza con Attilio Novellino nella jam improvvisata “Radicalisme Mecanique” (2014), e - certo - di quella interna con Lucifer Big Band. Ne eredita la parte più creativa e più fascinosa, il contorno purtroppo, sculture di suono che circondano senza posa e con dosata cupezza l’interplay dei due. Una sostanza musicale ancora incerta se fare il grande passo o rimanere al sicuro.
Altra co-produzione: Hypershape, Il Verso Del Cinghiale, HYSM?, Neon Paralleli. Rico al mixer.

http://www.ondarock.it/recensioni/2016_greatsaunites_nero.htm

martedì 5 gennaio 2016

domenica 3 gennaio 2016

TGS&Attilio Novellino - Radicalisme Mècanique: new review by EtherREAL (France)

 by Fabrice Allard

 C’est en 2012 que l’on découvrait Attilio Novellino avec son album Through Glass publié chez Valeot Records. Après ce coup de cœur, il était logique que l’on poursuive la découverte de cet artiste italien. C’est donc via cette collaboration avec The Great Saunites qu’on le retrouve sur ce 12" simple face d’une toute autre tonalité puisque cette formation italienne joue plutôt sur le terrain d’un power krautrock teinté de psychédélisme, peut-être l’occasion pour Attilio Novellino de renouer avec ses premières amours.
Avec un seul titre d’une douzaine de minutes, cette collaboration reste de courte durée mais promet d’être intense et assez éloignée de l’ambient organique qu’il livrait sur Through Glass. Les premières notes sonnent d’ailleurs l’alarme avec une sorte de sirène de cuivres, une voix plutôt revendicatrice, quelques coups de cymbales préparant la construction d’une rythmique bientôt régulière. The Great Saunites prend donc rapidement le dessus et cette collaboration sera plutôt à classer dans le registre des productions post-rock.
Une musique particulièrement riche, qui gagne en puissance en multipliant les lancements de nappes, drones et crissements, sans parler des improvisations de cuivres nerveux et nasillards. Sur le dernier tiers, nappes, drones et textures de toutes sortes s’organisent pour former un dense magma sonore qui rivalise avec le duo basse-batterie au second plan avant de s’éteindre sur des boucles abandonnées, entièrement gérées par les machines.
On est donc bien loin de l’ambient grésillante d’Attilio Novellino mais ce Radicalisme Mècanique est une très belle pièce post-rock.

http://www.etherreal.com/spip.php?article5264

sabato 2 gennaio 2016

TGS - NERO out on January 15th


The Great Saunites - Nero 

CD digipack out on January 15th via Hypershape Records, Neon Paralleli, HysM?, Il Verso del Cinghiale Records. Artwork by Stefano Gerardi