a cura di Romina Baldoni
The Great Saunites, dopo la convincente prova di “The Ivy”,
tornano insieme al maestro del suono Attilio Novellino ad offrirci una
specie di seduta sperimentale estemporanea. Un disco a tiratura limitata
a 150 copie inciso su un solo lato (unica omonima traccia di poco meno
di 12 minuti) e serigrafato da CorpoC su un insolito sfondo giallo
vivace. L’approccio ci riporta all’inquietante post psichedelia
visionaria e psicologica del duo lodigiano impastata dallo sfondo
motorik della batteria, dalle propulsioni decostruite e stratificate del
basso, dal loro incontro alchemico ed enigmatico. Attilio Novellino
invece contribuisce in questa traccia alla tornitura del flusso, ai
sibili cosmici, all’effettistica emozionale, alle atmosfere. Si possono
ravvisare maggiori passaggi di impro jazz, che nel bel mezzo del pezzo
convivono con le dissonanze, un’elettronica contestualizzata ad
amplificare la percezione piuttosto che ad intessere rumori stranianti o
fuori campo. Il risultato complessivo è l’intelaiatura di una nebulosa
che si infittisce in un crescendo emozionale e sospensivo.
Una risacca vorticosa che assorbe e intorpidisce i sensi. Una
ciclicità dell’eterno ritorno che è al tempo stesso fuga spazio
temporale. Come nelle migliori lezioni di kraut rock (Neu! Cluster)
l’associazione all’evasione e alla dispersione è evocata da ritmi
ipnotici e ripetitivi, da un avanzare che si intensifica dalla fase di
vuoto rarefatto a quella di densità asfittica e pregnante. Ogni rumore,
ogni sfumatura, ogni variazione è inglobata da questa specie di
bussolotto pieno di sabbia sbattuto da una risacca metronomica,
associabile all’ineluttabilità del fato, ad una ruota cabalistica, che
disperde tutto in un drone siderale, in un fruscio meccanico dove tutto
diventa vibrazione, rimando, trance, eco di sottofondo. La
frammentazione, la demistificazione dei generi, il riciclo e lo
sfilacciamento dei rimasugli post, incanalate nella sottile linea che
separa la paranoia ossessiva e il caos esistenziale. Solo gli Heroin in
Tahiti avevano osato scendere verso questi cunicoli di oscurità,
riesumato queste ritualità dell’occulto con tanta delirante magia.
Spiazzante, straniante e stramaledettamente affascinante.
http://www.distorsioni.net/canali/dischi/dischi-it/radicalisme-mecanique
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