sabato 16 gennaio 2016

NERO recensito da MUSIC COAST TO COAST

di Anna Dascola

Sonorità cupe e oscure, riff ripetuti ossessivamente: questo è Nero, il quarto album del duo The Great Saunites. La collaborazione tra i due musicisti Atros e Leonard Layola nasce a Lodi nel 2008 e tutto il percorso stilistico della band è caratterizzato dalla ricerca di un ritmo ossessivo e ipnotico che rimanda alle atmosfere psichedeliche europee e allo space rock, fino a ricordarci le sonorità tribali dei Killing Joke.
Nero è composto da tre tracce strumentali molto lunghe e corpose e ci colpisce quanto il titolo possa essere perfettamente in linea con la ricerca e la sperimentazione del gruppo: tutto l’album, in tutti i suoi suoni, è una passeggiata nel lato oscuro delle cose, dei sentimenti, dell’umanità.
Le tre tracce che compongono il disco, Nero, Lusitania e Il quarto occhio, cercano di dipingere con le note il tribale e primitivo, la nuda essenza delle cose. Ascoltando il primo brano che dà il titolo al disco, Nero, veniamo catapultati in paesaggi ostili e diventiamo spettatori di violente danze tribali: indicativi sono i suoni di apertura, simili a dei gong, che preannunciano una visione mistica.
Più blues i suoni di Lusitania, contaminati da rumori e stridii che avvicinano il brano allo stile industrial per poi concludersi con litanie che creano un’atmosfera da messa nera. Il nostro viaggio nell’oscurità si conclude con le percussioni inquietanti di Il quarto occhio. Lo stile di Nero è composito e sfaccettato e unisce una base tribale e primitiva a percussioni, rumori industrial, musica elettronica e psichedelica.
Il risultato è davvero interessante ed enigmatico, di respiro internazionale, coinvolgente ed essenziale. Nero richiede un ascolto approfondito e impegnato, un orecchio attento a riconoscere i suoni e gli echi di una musica molto complessa, ma sa coinvolgere anche l’ascoltatore meno esperto e meditativo con i suoi ritmi accattivanti.

http://www.musiccoasttocoast.it/the-great-saunites-nero/

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