di Advent
Musica vera sale come fumo, sempre più denso, ci sommerge come liquido. La magia psichedelica stoner e space rock frutto del lavoro dei The Great Saunites tira fuori dai cassetti della memoria percezioni forti che si appiccicano sulla pelle. Ritmi che più che cullare l’ascoltatore, aiutano a sprofondare sul divano di casa, rilassano nervi e muscoli come dopo un bel cannone. "Black City" possiede la carica dei pezzi dei grandi film western, la voce (seppur un piccolissimo cameo, i pezzi sono strumentali) è perfettamente amalgamata nel calderone di giri di basso e batteria che continuano imperterriti lungo un sentiero di sabbia pieno di curve scandite da un tamburello e costellato di dune di feedback noise. L’energia di un esercito racchiusa in questo duo esplosivo farebbe sciogliere anche il meno propenso al genere, se "Black City" non convincesse i più restii a lasciarsi conquistare, "Medjugorje" proporrebbe un classico ma immortale viaggio verso la luce della trascendenza e della spensieratezza.
Arrivato il turno dei Lucifer Big Band, si viene catapultati in uno spazio d’ambient molto oscuro. Suoni sinistri e allarmanti su uno sfondo di riverberi industrial e harsh noise ammorbidito trasformano quello che era quasi diventato il sogno perfetto in un incubo. "Rakshasa Chant" sfilaccia il lavoro dei The Great Saunites, non tocca che ripremere "play" per ritornare nel sogno, nel connubio tra bene e male, i trip positivi hanno la meglio.
http://aristocraziawebzine.blogspot.it/2012/07/the-great-saunites-lucifer-big-band.html
di Fabrizio Agosti
Ci sono gruppi che ci mettono almeno cinque anni per realizzare un album, perché ogni suono deve essere assolutamente perfetto e soprattutto perché ci devono essere due canzoni che se sovrapposte ne devono generare una terza e il booklet deve essere più 3D di Avatar (mi piacciono i Tool, sia chiaro, ma certe cose sono assurde). Poi ci sono tipi loschi come i Great Saunites che se ne sbattono altamente di logiche di mercato e rilasciano quanto più materiale possibile, in questo caso uno split downlodabile gratuitamente con gli egualmente folli Lucifer big band. Discreti cambiamenti in casa TGS rispetto all'EP dell'anno scorso, almeno per quanto riguarda questi due brani. Le basi sono sempre quelle, ovvero musica strumentale lo-fi molto psichedelica e sporca costruita sulle pulsazioni del binomio basso-batteria, ma stavolta sono gli elementi di contorno a cambiare le carte in tavola. "Black City" introduce per la prima volta una voce nella musica del duo, appena sussurrata e percettibile, che enfatizza un brano che sembra una versione ipnotica della colonna sonora di uno spaghetti western polveroso e sgranato. "Medjugorje" pare decisamente un pezzo di rottura con il recente passato, ma dopo ripetuti ascolti sotto una psichedelia quasi retrò si annida sempre quel pulsare ritmico che arriva direttamente allo stomaco. Molto interessanti gli spunti che si percepiscono da questi due pezzi, segno che il duo ha voglia di sperimentare ed esplorare nuove dimensioni senza abbandonare i territori familiari.
I compagni di split Lucifer big band (che poi in realtà è il progetto solista del batterista dei Great Saunites, quindi tutta una roba in famiglia) invece ci devastano la psiche con un unico lungo brano di synth drone dominato da dissonanze e suoni disturbanti. Devastanti ma non glaciali come chi si approccia a questo tipo di musica partendo dalla freddezza del Black metal, i LBB lasciano intravedere un minimo di positività tra i suoni induttori di trance da spazio profondo di "Rakshasa chant". Chi ama certe atmosfere dei Sunn 0))) e Dolorism di sicuro apprezzerà.
Un ottimo split tra due realtà decisamente di nicchia, che propongono generi affini concettualmente ma diversi musicalmente, che meritano un ascolto da parte di chi vuole conoscere gruppi avanguardistici italiani che non suonino per forza Black metal. In tutti i casi è gratis, quindi tentar non nuoce!
http://www.heavyworlds.com/site/index.php/reviews/item/9256-the-great-saunites/lucifer-big-band-split-ep