di Maurizio Inchingoli
Interessante questo nuovo lavoro dei lodigiani The Great
Saunites. Sono in due, Atros, tra l’altro bassista degli X-Mary, e Leonard
(Lucifer Big Band) alla batteria, e con questo The Ivy provano a fare il salto
di qualità, anche grazie all’aiuto della solita pletora di etichette, che li
supporta pubblicandoli in formato lp.
Loro sono l’ennesima dimostrazione di come l’underground italiano sia
vivo e scalpiti da tempo insieme a noi (in cabina di regia, tra l’altro, c’è
Luca Ciffo della Fuzz Orchestra): colpisce infatti la loro capacità di
architettare pezzi praticamente strumentali con una scioltezza impressionante.
“Medjugorje” scalcia con feedback violenti e lontano ricordo cinematico che
colpisce in faccia (potrebbe suonare all’infinito e senza cedimenti di sorta).
I nastri al contrario e la vena floydiana di “Bottles & Ornaments” fanno da
utile ponte per la traccia successiva, la prova acustica di “Ocean Raves”,
davvero riuscita: in pratica, una sorta di blues del delta suonato magari
pensando alle rive dell’Adda invece che alle paludi della Florida. Perniciose
suggestioni a parte, il pezzo ha il suo perché e dimostra quanto i ragazzi
amino rendere eterogenea una proposta che ai nastri di partenza viene
presentata come rock dal sapore metallico e kraut. Non a caso l’apoteosi delle
finale title-track conferma la loro principale missione, cioè miscelare quei
passaggi a distese lisergiche spiazzanti: allora vai di tastiere, effettistica
varia, batteria pestona e bassi slabbrati, quasi venti minuti di febbrile tempesta
sonica che stordisce i malcapitati (menzione speciale per la parte centrale del
pezzo, con quei deliri free che seducono) e confonde ulteriormente le carte in
tavola, facendoci pensare come i due stiano tentando di fuggire a gambe levate
da ipotetiche tentazioni “avant”. Bravi, li aspettiamo quanto prima al varco
della prova live.
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