I The Great Saunites arrivano dall’entroterra
lombardo, Lodi per la precisione, e sono un duo strumentale composto da Leonard
Kandur Layola (batteria, effetti, chitarre, tastiere) e Atros (basso, tastiere,
chitarre e voci). Nello scorso mese di marzo è uscito il loro ultimo lavoro,
l’ep The Ivy, composto da cinque tracce che si muovono nei
meandri della psichedelia più cupa e rumorosa, in quello che può essere
definito un acido e sperimentale viaggio sonoro.
Un po’ dediti al kraut-rock, un po’ all’acid-folk
o al noise, che dir si voglia, il suono dei The Great Saunites è un mostro
granitico che solo in qualche passaggio (“Ocean raves”, “Bottles
& Ornaments”) placa il proprio spirito altrimenti assetato di insistenti
spinte percussive (i loop di “Cassandra” e “Medjugorje”) e
portato all’estremo nella lunghissima cavalcata della title-track, quasi venti
minuti di deliri ossessivo-compulsivi che si spingono verso lidi avanguardisti.
Un album di sicuro lontano dall’easy-listening,
complesso e articolato nelle sue molteplici forme, ma dall’incredibile impatto
umorale: un piccolo gioiello da non lasciar passare inosservato.
The Great Saunites arrivano
I
The Great Saunites arrivano dall’entroterra lombardo, Lodi per la
precisione, e sono un duo strumentale composto da Leonard Kandur Layola
(batteria, effetti, chitarre, tastiere) e Atros (basso, tastiere,
chitarre e voci). Nello scorso mese di marzo è uscito il loro ultimo
lavoro, l’ep The Ivy, composto da cinque tracce che si
muovono nei meandri della psichedelia più cupa e rumorosa, in quello che
può essere definito un acido e sperimentale viaggio sonoro.
Un po’ dediti al kraut-rock, un po’ all’acid-folk o al noise, che dir si voglia, il suono dei The Great Saunites è un mostro granitico che solo in qualche passaggio (“Ocean raves”, “Bottles & Ornaments”) placa il proprio spirito altrimenti assetato di insistenti spinte percussive (i loop di “Cassandra” e “Medjugorje”)
e portato all’estremo nella lunghissima cavalcata della title-track,
quasi venti minuti di deliri ossessivo-compulsivi che si spingono verso
lidi avanguardisti.
Un album di sicuro lontano
dall’easy-listening, complesso e articolato nelle sue molteplici forme,
ma dall’incredibile impatto umorale: un piccolo gioiello da non lasciar
passare inosservato.
- See more at: http://www.sonofmarketing.it/missing-tracks-hot-fetish-divas-sillyboy-the-great-saunites/#sthash.2qjBQu4E.dpuf
I
The Great Saunites arrivano dall’entroterra lombardo, Lodi per la
precisione, e sono un duo strumentale composto da Leonard Kandur Layola
(batteria, effetti, chitarre, tastiere) e Atros (basso, tastiere,
chitarre e voci). Nello scorso mese di marzo è uscito il loro ultimo
lavoro, l’ep The Ivy, composto da cinque tracce che si
muovono nei meandri della psichedelia più cupa e rumorosa, in quello che
può essere definito un acido e sperimentale viaggio sonoro.
Un po’ dediti al kraut-rock, un po’ all’acid-folk o al noise, che dir si voglia, il suono dei The Great Saunites è un mostro granitico che solo in qualche passaggio (“Ocean raves”, “Bottles & Ornaments”) placa il proprio spirito altrimenti assetato di insistenti spinte percussive (i loop di “Cassandra” e “Medjugorje”)
e portato all’estremo nella lunghissima cavalcata della title-track,
quasi venti minuti di deliri ossessivo-compulsivi che si spingono verso
lidi avanguardisti.
Un album di sicuro lontano
dall’easy-listening, complesso e articolato nelle sue molteplici forme,
ma dall’incredibile impatto umorale: un piccolo gioiello da non lasciar
passare inosservato.
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I
The Great Saunites arrivano dall’entroterra lombardo, Lodi per la
precisione, e sono un duo strumentale composto da Leonard Kandur Layola
(batteria, effetti, chitarre, tastiere) e Atros (basso, tastiere,
chitarre e voci). Nello scorso mese di marzo è uscito il loro ultimo
lavoro, l’ep The Ivy, composto da cinque tracce che si
muovono nei meandri della psichedelia più cupa e rumorosa, in quello che
può essere definito un acido e sperimentale viaggio sonoro.
Un po’ dediti al kraut-rock, un po’ all’acid-folk o al noise, che dir si voglia, il suono dei The Great Saunites è un mostro granitico che solo in qualche passaggio (“Ocean raves”, “Bottles & Ornaments”) placa il proprio spirito altrimenti assetato di insistenti spinte percussive (i loop di “Cassandra” e “Medjugorje”)
e portato all’estremo nella lunghissima cavalcata della title-track,
quasi venti minuti di deliri ossessivo-compulsivi che si spingono verso
lidi avanguardisti.
Un album di sicuro lontano
dall’easy-listening, complesso e articolato nelle sue molteplici forme,
ma dall’incredibile impatto umorale: un piccolo gioiello da non lasciar
passare inosservato.
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