di Stefano Cavanna
Dopo oltre 3 anni dall’ottimo The Ivy, del quale avevo già avuto
occasione di parlare sulle pagine di In Your Eyes, e circa ad uno di
distanza da Nero, arriva l’atto secondo della trilogia iniziata proprio
con quest’ultimo lavoro da parte dei lombardi The Great Saunites.
Rispetto ai due lavori precedenti, il duo composto da Atros e Leonard
K. Layola spinge in maniera decisa e senza tentennamenti verso un
impatto lisergico che avvolge nelle sue insidiose e piacevoli spire
l’ascoltatore di turno: i brani sono solo due ma, insieme, assommano più
di tre quarti d’ora di musica, con Dhaneb che martella implacabilmente reiterando le poche variazioni sul tema fino a portare all’assuefazione, ed Antares
che viaggia sulla stessa falsariga, con la grande differenza che,
mentre la prima traccia si placa nella sua parte finale, la seconda dopo
circa un quarto d’ora intensifica ulteriormente suoni e ritmi.
Anche se qualcuno potrà sostenere che The Ivy fosse senz’altro più
vario, alla luce della sua distribuzione su cinque brani piuttosto
diversi tra loro, personalmente ritengo che, con Green,
la band riesca a focalizzare molto meglio le proprie naturali pulsioni,
lasciando da parte una vena sperimentale che, invece, era stata
evidenziata maggiormente in Nero: a livello di approccio, inoltre, Green sembra
ripartire da quello che era il brano migliore dell’album d’esordio,
Medjugorje, del quale riprende l’impagabile ed ossessivo incedere.
Ciò che ne resta (molto) è una sorta di lunghissima jam session nella
quale la noia è bandita se si hanno nel proprio dna i primi Pink Floyd,
gli Hawkwind o gli stessi Ozric Tentacles, rispetto ai quali però i The Great Saunites possiedono un’anima ben più robusta.
Per chi apprezza i nomi succitati Green è
un’opera che darà molte soddisfazioni, mentre magari potrebbe trovare
qualche ostacolo in più nel penetrare in chi non ha familiarità con
questi suoni: di sicuro, il fatto che quest’album sia di assoluto valore
è un dato oggettivo, che depone a favore delle doti compositive dei The Great Saunites,
capaci di provocare con la loro musica alterazioni di coscienza senza
dover ricorrere a sostanze illegali, nonché in grado di prodursi in una
progressione stilistica costate e priva di calcoli di convenienza.
http://metaleyes.iyezine.com/the-great-saunites-green/
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