di Davide Romagnoli
Prosegue la jam cosmica del duo lodigiano, iniziata nel 2016 con “Nero”,
per addentrarsi ancora nelle profondità spaziali e mistiche
dell’adorazione ai Titani Sonici, nominati espressamente dalla band. Con
“Green” abbiamo, a differenza delle passate declinazioni, due brani,
espressioni bilaterali di una ricerca espressiva di space rock
psichedelico con le medesime reminiscenze sludge che avevano
contraddistinto il passato della band. “Dhaneb”, riferita probabilmente
alla stella più luminosa della costellazione del Cigno, ripercorre, nei
suoi 25 minuti di durata, tutti quegli andamenti cari ai The Great
Saunites, i saliscendi desertici di tradizione strumentale, riportati in
voga dalla ripresa della scena stoner in quasi tutto il mondo,
impreziosita però da alcuni interventi vocali, che ne amplificano la
dinamica portante, ad opera dell’ospite Mike B., oltre che dalle
tribalità del basso di Atros e dai trip batteristici di Leonard, al
quale estro sono affidate anche le chitarre. Se con “Nero” si era scesi
negli abissi infimi della metropoli fino ai baratri di Golconda, con
“Green” si tende alle sfere celesti, e con i 22 minuti di “Antares” si
compie il secondo viaggio spaziale, là dove si era rimasti con la
precedente, ancora di più verso lidi sonici, mistici e psichedelici. I
tripudi lisergici nel finale (dove sembra di sentire i climax catartici
di certi ultimi Swans) lasciano ancora una volta ben sperare per il
futuro della band e per il terzo tassello del percorso triadico di
questo ultimo, affascinante progetto di una realtà tutta italiana da non
sottovalutare.
https://metalitalia.com/album/the-great-saunites-green/
Nessun commento:
Posta un commento