lunedì 1 aprile 2013

The IvY recensito su Ondarock

di Davide Tucci


Il trend dei sodalizi fra le nuove etichette dell'underground italiano neo-surf, neo-kraut, neo-psichedelia, neo-tutto (ben sei, nel caso specifico) continua a regalarci frutti geneticamente modificati che, se non propriamente salutari per lo stomaco e la peristalsi, costituiscono senza dubbio una mostruosa prelibatezza per l’orecchio e per le nostre sonnolenti onde cerebrali.

I lodigiani Great Saunites sono giunti alla loro quinta pubblicazione dopo l’omonimo esordio autoprodotto nel 2010, il sorprendente Ep “Delay Jesus ‘68” – uscito l’anno seguente – e due split-album, pubblicati nel 2012, con Canide e Lucifer Big Band, progetto trance-drone del batterista Angelo Bignamini.

Con "The Ivy", Atros e il suddetto Angelo (aka Leonard Kandur Layola), sicuramente più audaci degli Eternal Tapestry ma al contempo più accessibili degli Psychic Paramount, si spingono al di là delle ritmiche forsennate dei precedenti lavori, lasciandosi andare a impeti di hard-rock avanguardistico e cimentandosi perfino nel lancio di saette acid-folk che illuminano sentieri inesplorati in passato.
I vorticosi fiotti psych-surf della breve opening-track “Cassandra”, introducono la frenesia rituale di “Medjugorje”, brano già presente nel suddetto split con Lucifer Big Band, riproposto per l’occasione in versione "extended". Il diabolico wah-wah della chitarra di Atros asseconda visioni desertiche e miraggi inquietanti che si alternano al ritmo tachicardico della batteria di Layola. Le distese lunari, di memoria tardo-floydiana, evocate da “Bottles & Ornaments” si smaterializzano nel folk straniante, deliberatamente scarno e acido, di “Ocean Raves”.

La chiusura è affidata alla title track “The Ivy” che, proprio come la pianta in questione, si inerpica, interminabile e tortuosa, sulle colonne e sui muri dell'imponente santuario pagano della psichedelia occulta, in cui, affianco ai Saunites, si venerano feticci come i Cannibal Movie, gli In Zaire e gli Heroin In Tahiti. Lentamente, l’allucinazione si evolve in realtà.

http://www.ondarock.it/recensioni/2013_greatsaunites_theivy.htm

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