di Lino Brunetii
Terzo atto della cosidetta “Trilogia Cromatica”, dopo Nero e Green, Brown è probabilmente anche il più sperimentale, ambizioso e personale dei dischi dei The Great Saunites, il duo lodigiano formato da Atros (bassi) e Leonard Layola (tamburi). Registrato, mixato e masterizzato da Luca Ciffo
della Fuzz Orchestra, l’album consta di cinque tracce in cui la band ha
ulteriormente accresciuto l’utilizzo di field recordings, voci
registrate e strumenti altri (rispetto ai loro abituali), facendo di
fatto dello studio di registrazione un ulteriore elemento a disposizione
per affrescare la loro visione. Il risultato è meno d’impatto di altri
lavori, più ostico, capace però di entrare sotto pelle come un virus,
grazie al suo portato visionario. Prendete i quasi 15 minuti della title-track:
parte ritualistica, con echi muezzinici, quasi da suk mediorientale,
per poi srotolarsi ipnotica tra soundscapes inquietanti e voci
contrastanti fra loro, il tutto per rendere ancor più straniante
l’ascolto. Semplicemente ottima Respect The Music, dove una voce
s’interroga sul futuro della musica mentre attorno gli strumenti
affogano nel suono montante fatto di lamine taglienti. Gli scenari
desolati, colmi di detriti sonori, della pianistica ed impressionista Ago, ci traghetta verso le sfasature colme d’electronics di Controfase e la ripresa ancor più esotica e fumosa di Brown. Ottimo lavoro.
https://backstreetsbuscadero.wordpress.com/2018/04/09/the-great-saunites-brown/
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