di Davide Riccio
Davide
Perché fare uno split, dividersi cioè un intero disco? In cosa vi siete scoperti diversi e complementari?
THE GREAT SAUNITES
L’idea dello split è anzitutto
naturale conseguenza del rapporto di amicizia e stima reciproca che si è
instaurato fin da quando i nostri percorsi si sono incrociati
casualmente. Differenze è ovvio che ve ne siano, cosi come speriamo che
ascoltando di primo impatto il disco si possa cogliere comunque una
bizzarra continuità tra le tracce, più dirette e concrete quelle dei
Palmer, maggiormente astratta la nostra.
PALMER GENERATOR
Lo split è partito dal moto umano più
basilare che ci sia: l’amicizia. Al di là di affinità musicali (comunque
presentissime) e sound, la prima cosa che ci ha avvicinato è stata
infatti una affinità prettamente umana che ci ha permesso, anche grazie a
ripetuti incontri personali negli anni, di affinarci tra noi nel tempo.
Di
differenze ovviamente ce ne sono molte, a partire dalla formazione: la
nostra fondamentalmente a tre e la loro a due (anche se qui supportati
da Paolo Cantù), crea già di suo una difformità di approccio; loro hanno
poi delle venatura più tendenti al Doom in noi assenti come noi ne
abbiamo di Post-Rock e di un certo Noise-Rock in loro assenti. In loro è
più calzata poi la vena etnica, seppure in noi non assente, ma entrambi
ci muoviamo comunque su orizzonti psichedelici e a tratti vagamente
Kraut, seppure con tinte differenti.
La complementarietà nasce forse
proprio in questo, nell’approcciare la psichedelica su due terreni
diversi ma confinanti e che mirano, entrambi, alla dinamica ipnotica e
alla fluidità trascinante. Trasportare l’ascoltatore.
Davide
A che punto siete del vostro percorso
storico e artistico e come lo avete congelato e consegnato con questi
vostri due nuovi lavori?
THE GREAT SAUNITES
The Great Saunites è un progetto che
portiamo avanti ormai da tempo e inevitabilmente siamo stati catalogati
in vari filoni musicali. Crediamo che non vi sia nulla di sbagliato nel
provare ad inquadrare e spesso giudicare un progetto sulla base di una
“scena” di appartenenza, in Italia questo approccio è sempre stato
particolarmente seguito da addetti ai lavori e non. Mai come in questo
ultimo periodo però’ ci sentiamo slegati da qualsivoglia catalogazione
di genere, quantomeno nell’approccio che abbiamo alla scrittura. Con
Zante si è voluto immortalare quindi un momento per noi di transizione e
crediamo che questo si possa cogliere nei 19 minuti di musica che
scorrono senza una struttura rigida e definita.
PALMER GENERATOR
Per noi è una fase diciamo molto
calda. Siamo giunti alla nostra quarta pubblicazione ufficiale in dieci
anni di attività. Ci sentiamo sicuramente più maturi come band e
l’affinità tra noi negli anni ci ha portato ad una amalgama molto forte
che porta alle volte quasi ad una sorta di sinergia creativa. La strada
comunque, ci auguriamo, è ancora molta e percepiamo tanti nuovi sentieri
da percorrere.
La nostra “Mandrie” in tal senso rappresenta per noi
una grande summa del percorso fatto fin qui, ci troviamo dentro molto di
Natura e anche di Discipline e, come in ogni creazione su cui ci siamo
applicati, anche un qualcosa in più che continua a mutare e assumere
nuove sfumature, che si coloreranno di nuove ombreggiature e tinte
probabilmente già dal prossimo futuro passo.
Davide
Cosa sono le “mandrie”? Qual è il percorso concettuale e ideale che ha guidato le due lunghe parti del vostro brano?
PALMER GENERATOR
Le “Mandrie” erano i gruppi entro cui
venivano suddivisi i giovani a Sparta una volta allontanati dalla
famiglia per iniziare il processo di educazione. La dedizione
all’educazione, l’importanza del corpo e lo spirito di appartenenza ad
un gruppo, nonché il rispetto per la saggezza e per i saggi, con cui gli
spartani venivano educati, ci affascina. Senza contare poi l’immagine
stessa che l’idea generica di mandria produce: un gruppo compatto e
coeso, i cui componenti formano come un solo corpo, pronto a scattare in
una corsa selvaggia e libera. Porta alla mente muscoli tesi, polvere,
vento e vaste praterie, un desiderio di vivere.
Davide
…Tu non altro che il canto avrai del figlio, / o materna mia terra; a noi prescrisse / il fato illacrimata sepoltura. Perché Zante?
THE GREAT SAUNITES
Il titolo Zante è stato scelto una
volta pensato al concetto di grecità come comune denominatore dello
split. Anche qui non possiamo dire si possa attribuire univoca
interpretazione a questa scelta, il tema è assolutamente libero. Zante
fa riferimento nello specifico all’isola greca, in passato al centro
delle battaglie tra Spartani e Ateniesi, si ricollega in un certo modo
anche al brano dei Palmer e ci sembrava rimandare ad un’idea di
solennità e misticismo con la sua lussureggiante vegetazione, le
scogliere e le spiagge incontaminate.
Davide
Come avete intesa la grecità, facendone poi collegamento tra Zante e Mandrie?
THE GREAT SAUNITES
L’idea della grecità è stata proposta
dai Palmer come spunto per i titoli e per l’artwork stesso. Come
Saunites non abbiamo mai cercato di fare arrivare messaggi specifici nel
momento in cui ci approcciavamo alla composizione di nuova musica,
abbiamo sempre preferito lasciare spazio alla libera interpretazione.
L’idea ci è comunque sembrata affascinante e un giusto compromesso per
dare un immaginario alla musica strumentale di entrambi i gruppi
PALMER GENERATOR
Il senso con cui ci siamo posti la
grecità come tema è stato molto libero e ci siamo dati ampiezza di
interpretazione. La Grecia antica, in particolare a noi Palmer, ha
suscitato sempre enorme fascino e ne suscita moltissimo ancora. Già
Shapes aveva tematiche “greche” che si ritrovano in parte anche nei
successivi due album e siamo convinti torneranno in futuro, in qualche
forma. I Saunites si sono dimostrati subito concordi con l’idea che
poggiava anche su una quasi primigenia riflessione intorno all’Art-Work
che, realizzato da Mattia, è piaciuto moltissimo a tutti fin da subito.
Davide
La kozmische musik (o kraut rock)
continua da cinquant’anni ad avere una significativa influenza su molti
musicisti. Probabilmente, trattandosi di gruppi piuttosto diversi che
hanno prodotto musica in varie forme, li ha accomunati soprattutto uno
sperimentalismo libero che ha anticipato molta musica successiva (new
wave, new age ecc.). Cos’è per voi sperimentare oggi, verso cosa?
THE GREAT SAUNITES
Tutta la scena kraut tedesca ha segnato senza dubbio la nostra formazione musicale.
Come
hai detto, la peculiarità dei vari musicisti che ne facevano parte fu
la totale assenza di freni inibitori, quanto a sperimentalismo e libertà
compositiva. Sperimentare adesso non è cosa altrettanto scontata e
semplice, la musica è stata assimilata in tutte le sue varie forme e per
quello che ci riguarda si tratta piu’ che altro di essere personali,
ascoltare, assimilare e approcciarsi alla scrittura senza voler a tutti i
costi creare qualcosa di innovativo, la naturalezza e la spontaneità
possono fare tanto. Per prendere spunto dal recente brano “Zante”, la
ricerca è stata quella di provare a mischiare le carte; anzitutto
abbiamo inserito un clarinetto, suonato da Paolo Cantù, inoltre il basso
è stato sostituito quasi del tutto da una tastiera improvvisata. Tutto
questo, in aggiunta ad un uso dell’elettronica sempre piu’ concreto e a
un set up di batteria ultra minimale, è stato il nostro tentativo di
oltrepassare le nostre classiche coordinate sonore.
PALMER GENERATOR
Viviamo lo sperimentare più come una
sorta di “sperimentarsi”. Mettersi alla prova ogni volta. Il che avviene
per noi, spessissimo, in maniera comunque abbastanza naturale. Troviamo
molto difficile e alquanto indesiderato forzarci drasticamente entro
una direzione, le derive sperimentali (appunto intese come
“sperimentarsi”) sono sempre state un nostro sviluppo naturale e lo
abbiamo applicato sia in ambito compositivo, che di dinamica live, che
in studio di registrazione, dove ci teniamo sempre a realizzare lavori
che siano particolari e che rifuggano, almeno in parte, lo “standard
sound” di riferimento dei vari generi. Negli anni, a forza di
relazionarci, si è sviluppata una nostra lingua comune che è quella che
ci permette di tentare di scrivere sempre nuovi racconti, direzione dei
quali alle volte è ignota anche a noi stessi e forse risiede proprio qui
il nostro modo di “sperimentare”.
Il Krautrock (in particolare nel
suo versante Can, Neu!, Ash Ra Temple, Faust, ma anche Between e Popol
Vuh ecc.), in questo senso, è da molto una grandissima ispirazione per
noi, in quanto movimento che ha fatto della sperimentazione, del non
darsi limiti prestabiliti, e a volte della provocazione, la sua
bandiera, insieme alla da noi tanta amata psichedelia. Senza contare le
sue aperture cosmiche che proiettano dritti attraverso le galassie,
prospettiva immaginifica che sentiamo molto presente anche nella nostra
musica.
Davide
Si dice psichedelica una sostanza con
spiccati effetti psicoattivi. La musica può avere effetti psicoattivi?
In che modo e con quali obiettivi puntate con la vostra musica ad agire
sui “processi psichici”, sulla mente, la vostra come l’altrui?
THE GREAT SAUNITES
Escludendo un discorso di ascolto e
composizione sotto effetto di sostanze, che aprirebbe tutti altri
scenari di discussione, riteniamo che la musica in sé, qualsiasi tipo di
musica, possa avere un effetto psicoattivo. Come detto, non abbiamo mai
cercato di comunicare messaggi particolari, o anche caratterizzare il
gruppo a livello estetico. Il nostro tentativo è quello di lasciare meno
riferimenti possibili e totale spazio all’immaginazione
dell’ascoltatore, in un brano di durata medio lunga la ripetizione e le
piccole sfumature possono coesistere con cambi repentini di atmosfera,
in una sorta di collage sonoro. L’effetto può’ essere tanto straniante
quanto rassicurante, sta alla percezione soggettiva.
PALMER GENERATOR
La musica può decisamente avere
effetti psicoattivi così come può andare ad interagire in maniera molto
forte con uno stato già di sé psicoattivo. L’elemento di alterazione
della percezione è sicuramente un aspetto presente nella nostra musica e
sicuramente non eludibile per carpirla appieno. Anche e in particolar
modo la dinamica live, se approcciata in modo da lasciarsi trasportare
senza distrazioni, crea sensazioni di alterazione che più volte il
pubblico ci ha sottolineato. Ovviamente il tutto richiede, anche su
disco, una dinamica di ascolto per immersione e non come sottofondo.
Dal
punto di vista nostro poi, osservando la cosa dalla parte dello
strumento, il trasporto ipnotico dal quale veniamo catturati quando
suoniamo è esso stesso motore fondamentale del nostro approccio, dalla
composizione all’esecuzione. In molti notano infatti una dinamica di
“viaggio” di natura metaforica che affrontiamo quando suoniamo su di un
palco, che è la stessa verso la quale cerchiamo di richiamare
l’ascoltatore e che viviamo anche in sala prove e in fase di
composizione.
Davide
Cosa seguirà?
THE GREAT SAUNITES
Abbiamo sempre voluto fare un disco
metal, di solo basso distorto e batteria e in realtà lo avevamo pure
scritto ma poi ci siamo persi ed è rimasta cosa incompiuta.
Parallelamente ci saranno sicuramente nuove uscite “soliste” di
entrambi . Per il resto, chi vivrà vedrà!
PALMER GENERATOR
Chi può dirlo? Si vedrà.
Davide
Grazie e à suivre…
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